Enrico IV – Parte Prima – Atto II

(“Henry IV, part 1” – 1597)

Introduzione – Riassunto
Atto I
Atto II
Atto III
Atto IV
Atto V

Introduzione al teatro di Shakespeare
Elenco opere teatrali

Enrico IV - Parte I - Atto II

ATTO SECONDO – SCENA PRIMA

Entra un vetturale con una lanterna in mano.

PRIMO VETTURALE [sbadiglia]

Uh-ah! Se non sono le quattro di mattina io mi impicco. Il Gran Carro è già sopra il camino nuovo, e i nostri cavalli non sono ancora caricati. Ehi, stalliere!

STALLIERE [da dentro]

Vengo, vengo.

PRIMO VETTURALE

Senti, Tom, batti un po’ la sella di Cut, mettici qualche ciuffo di lana nel pomello. La povera bestia è piagata di brutto sul garrese.

Entra un altro vetturale.

SECONDO VETTURALE

Piselli e fagioli qua son fradici come un cane, che è il modo migliore per far venire i vermi a un ronzino. Questa locanda è andata a rotoli da quando è morto Robin stalliere.

PRIMO VETTURALE

Il poveraccio non ha avuto un attimo di allegria da quando è salito il prezzo dell’avena. Lo ha portato alla tomba.

SECONDO VETTURALE

Per conto mio, quanto a pulci questa è la locanda peggiore su tutta la strada di Londra. Sono punzecchiato come una tinca.

PRIMO VETTURALE

Come una tinca? Sacramento, non c’è re cristiano che sia stato mangiato più di me dal primo canto del gallo.

SECONDO VETTURALE

Sai com’è, non ci danno il vaso da notte, così facciamo acqua nel camino, e l’urina figlia pulci come un ghiozzo.

PRIMO VETTURALE

Ehilà, stalliere! Muoviti o vatti a impiccare! Forza!

SECONDO VETTURALE

Ho un prosciutto e due radici di zenzero da portare addirittura a Charing Cross.

PRIMO VETTURALE

Corpo di Dio! I tacchini nel mio paniere sono quasi morti di fame. Ehi, stalliere! Peste ti colga! Non ce l’hai gli occhi nella testa? Non ci senti? Se non è una buona azione quanto bere romperti quella tua zucca giuro che sono un poco di buono. Vieni e accidenti a te! Non c’è proprio da fidarsi di te?

Entra Gadshill.

GADSHILL

Buondì, vetturali. Che ore sono?

PRIMO VETTURALE

Saranno le due.

GADSHILL

Mi puoi prestare la lanterna, voglio vedere il mio castrone nella stalla.

PRIMO VETTURALE

Piano, perdio! Conosco un trucco che ne vale due di questo genere, lo so io.

GADSHILL

Tu allora dammi la tua.

SECONDO VETTURALE

Ah sì? Aspetta un po’. Dice di imprestargli la lanterna? Madonna, prima voglio vederti sulla forca.

GADSHILL

Di’ un po’, vetturale, quand’è che pensi di arrivare a Londra?

SECONDO VETTURALE

In tempo per andare a letto con una candela, sta’ pur certo. Vieni, amico Mugs, svegliamo i signori. Vogliono viaggiare in compagnia, hanno molto carico. Escono [i vetturali].

GADSHILL

Ehilà, cameriere!

Entra il cameriere.

CAMERIERE

“A portata di mano, dice il tagliaborse”.

GADSHILL

Come dire “a portata di mano, dice il cameriere”. Fra te e il tagliaborse non c’è più differenza che fra dare istruzioni e fare il lavoro. Sei tu che prepari il colpo.

CAMERIERE

Buondì, signor Gadshill. È tutto come vi ho detto ieri notte. C’è un signorotto della Foresta del Kent che ha portato con sé trecento fiorini d’oro. Gliel’ho sentito dire iersera a cena a uno della sua compagnia, una sorta di ispettore, che anche lui ha abbondanza di carico, Dio sa cosa. Ora sono già alzati e reclamano uova al burro. Partiranno subito.

GADSHILL

Compare, se non si imbattono nei devoti di San Nicola prenditi pure il mio collo.

CAMERIERE

No, non so che farmene, anzi conservalo per la forca. So che sei devoto di San Nicola con quanta fedeltà può avere un traditore.

GADSHILL

Che mi parli di forca? Se m’impiccano, le forche saranno due, e ben grasse; il vecchio Sir John mi starà accanto, e sai bene che non è un morto di fame. Bah! Ci sono degli altri tipi allegri che non te li sogni, che per divertimento fanno onore alla nostra professione, e loro, se qualcuno ci ficcasse il naso, metterebbero tutto a posto per tenersi puliti. Io non sto mica con dei ladri di strada, dei banditi da quattro soldi con pertiche, o dei rumorosi ubriaconi coi mustacchi paonazzi di birra; ma sto con la nobiltà e la tranquillità, borgomastri e grossi ufficiali, di quelli che tengono la bocca chiusa, di quelli che preferiscono i colpi alle minacce, e le minacce alle bevute, e le bevute alle preghiere… ma accidenti non te la conto giusta, in realtà pregano continuamente il loro santo, lo stato, o piuttosto non lo pregano ma lo predano, vi corrono sopra in lungo e in largo e lo trattano come i loro stivali.

CAMERIERE

Cosa, lo stato come stivali? Gli tiene asciutti i piedi se la strada è fangosa?

GADSHILL

Proprio così, proprio così. Stivali ingrassati ben bene da chi ha in mano le leggi. Noi i colpi li facciamo al sicuro come in un castello, a occhi chiusi. Abbiamo scoperto la ricetta del seme di felce, siamo invisibili.

CAMERIERE

In fede mia, direi che se siete invisibili lo dovete piuttosto alla notte che ai semi di felce.

GADSHILL

Qua la mano. Avrai una parte del guadagno, com’è vero che sono un uomo veritiero.

CAMERIERE

Piuttosto la parte dammela com’è vero che sei un ladro bugiardo.

GADSHILL

Va’, va’. Homo è un nome comune, vale per tutti… Di’ allo stalliere di portare il mio castrone dalla stalla. Addio, zoticone. [Escono.]

ATTO SECONDO – SCENA SECONDA

Entrano il Principe, Poins, Peto [e Bardolph].

POINS

Svelti, al riparo, al riparo! Ho portato via il cavallo di Falstaff, e lui dalla rabbia si rode come del velluto gommato.

PRINCIPE

Sta’ nascosto. [Si nascondono.]

Entra Falstaff.

FALSTAFF

Poins! Poins. E va’ a impiccarti! Poins!

PRINCIPE [viene avanti]

Zitto, canaglia, grosso rognone! Che baccano che fai!

FALSTAFF

Dov’è Poins, Hal?

PRINCIPE

È andato su in cima alla collina. Vado a cercarlo. [Si nasconde.]

FALSTAFF

Che un diavolo mi prenda per andare a rubare con quel pezzo di ladro. Lo sciagurato mi ha portato via il cavallo e l’ha legato chissà dove. Se faccio appena altri quattro passi con queste gambe resto sfiatato. Be’, non dubito di fare una bella morte nonostante tutto, se non finisco sulla forca per aver fatto fuori quel disgraziato. Sono ventidue anni che non faccio che rinnegare la sua compagnia, eppure c’è come una stregoneria che me lo fa tenere appresso. Mi impicchino se quel maledetto non m’ha dato da bere un filtro perché gli volessi bene. Non può essere altrimenti; mi ha dato un filtro. Poins! Hal! La peste vi prenda tutti e due! Bardolph! Peto! Piuttosto che fare un altro passo per rubare, muoio di fame. Se non è una buona azione quanto trincare diventare onesti e lasciare questi bricconi, sono il più gran farabutto che abbia mai masticato con un solo dente. Otto passi di terreno irregolare per me è come una passeggiata di settanta miglia, e quelle canaglie dal cuore di pietra lo sanno benissimo. Che maledizione, quando i ladri non hanno onestà reciproca! (Gli altri fischiano.) Uhu! Una peste vi prenda tutti! Datemi il mio cavallo, furfanti! Datemi il mio cavallo e andatevi a impiccare!

PRINCIPE [facendosi avanti]

Zitto, pancia di lardo! Mettiti giù e posa l’orecchio per terra, vedi se riesci a sentire il passo dei viandanti.

FALSTAFF

Ma ce l’hai le leve per tirarmi su, una volta che sono giù? Sangue di Dio, la mia carne non la porto più tanto lontano a piedi, nemmeno per tutto l’oro nel tesoro di tuo padre. Che diavolo ti è venuto in mente di prendermi per un cavallo a questo modo?

PRINCIPE

Menti. Non ti hanno preso per un cavallo, t’hanno preso il cavallo.

FALSTAFF

Ti prego, buon principino Hal, fammi ritrovare il mio cavallo, bravo figlio di re!

PRINCIPE

Fuori dai piedi, briccone! Devo farti da stalliere?

FALSTAFF

Allora va’ e impiccati alle tue giarrettiere di erede al trono! Se mi prendono, io canto. Se non vi faccio mettere alla berlina con filastrocche da intonare su moti vi sconci, che possa morire avvelenato con un bicchiere di vino. Non sopporto uno scherzo così sfrontato, anzi appiedato!

Entra Gadshill.

GADSHILL

Fermi tutti!

FALSTAFF

E fermo sto, mio malgrado.

POINS [uscendo da dietro]

Ah eccolo, è il nostro palo, ne riconosco la voce.

BARDOLPH

Che novità?

GADSHILL

Copritevi, copritevi, su le maschere! Dalla collina scende del denaro del Re, va al tesoro del Re.

FALSTAFF

È una menzogna, mascalzone, va alla taverna del Re.

GADSHILL

Ce n’è abbastanza per metterci tutti a posto.

FALSTAFF

Sulla forca.

PRINCIPE

Signori, voi quattro affrontateli nella strettoia. Ned Poins e io andremo più sotto. Se sfuggono alla vostra imboscata, si imbattono in noi.

PETO

Quanti ce ne sono?

GADSHILL

Circa otto o dieci.

FALSTAFF

Maledizione, deruberanno noi?

PRINCIPE

Così codardo, Sir John Pancia?

FALSTAFF

Be’ a dire il vero non sono tuo nonno John di Gaunt, ma non per questo sono un codardo, Hal.

PRINCIPE

Chi vivrà vedrà.

POINS

Ehi Jack, il tuo cavallo è dietro la siepe. Quando ne hai bisogno, là lo trovi. Sta’ bene e tieni duro.

FALSTAFF

Adesso non posso suonargliele, dovessi essere impiccato.

PRINCIPE [a parte a Poins]

Ned, dove sono i nostri travestimenti?

POINS [a parte al Principe]

Qui vicino, subito. Nasconditi.

[Escono il Principe e Poins.]

FALSTAFF

Ora, signori miei, che la fortuna ci arrida, dico io. Ognuno faccia la sua parte.

Entrano i viandanti.

VIANDANTI

Vieni, compaesano. Il ragazzo guiderà i cavalli giù per la collina, e noi faremo due passi per sgranchirci le gambe.

LADRI

Fermi tutti!

VIANDANTI

Gesù proteggici!

FALSTAFF

Date dentro! Buttateli giù! Tagliategli la gola a queste canaglie! Dannati sfruttatori figli di puttana! Furfanti sbafatori di prosciutto! Ci odiano, a noi giovani. Addosso, spellateli!

VIANDANTE

Ahimè, siamo spacciati per sempre, noi e i nostri averi!

FALSTAFF

Andate sulla forca, ciccioni furfanti, dite che siete spacciati? Macché, grassi taccagni! Vorrei che la vostra roba fosse tutta qui! Su, su, prosciutti! Come, furfanti? I giovani devono pur vivere. Dite che siete dei notabili? Vi notabiliamo noi, state certi!

Li derubano e li legano. Escono.

Entrano il Principe e Poins [in cappe di grezzo].

PRINCIPE

I ladri hanno legato i galantuomini. Ora se tu e io ce la facciamo a derubare i ladri e andarcene allegramente a Londra, avremo argomenti per una settimana, risate per un mese, e una bella spiritosaggine per sempre.

POINS

Attento! sento che arrivano. [Si nascondono.]

Entrano i ladri.

FALSTAFF

Forza, padroni, facciamo le parti, e poi mettiamoci a cavallo prima che faccia giorno. Se il Principe e Poins non sono due codardi di prim’ordine non c’è più giustizia al mondo. In quel Poins di valore non ce n’è di più che in un’anatra selvatica.

Mentre dividono il bottino, il Principe e Poins li assalgono.

PRINCIPE

Fuori i soldi!

POINS

Canaglie!

Scappano tutti, e Falstaff, dopo uno o due colpi, scappa anche lui, abbandonando il bottino.

PRINCIPE

Fatto con poca fatica. E ora allegri a cavallo. I ladri se la sono data a gambe, tanto pieni di paura che non osano guardarsi in faccia; ognuno prende il compagno per uno sbirro. Via di qua, caro Ned. Falstaff suda a morte e ingrassa la magra terra camminando. Se non fosse per il ridere ne avrei pietà.

POINS

Come ruggiva il pancione! Escono.

ATTO SECONDO – SCENA TERZA

Entra Hotspur, solo, leggendo una lettera.

HOTSPUR

“Ma per parte mia, signore, sarei ben felice di essere dei vostri, per ragione dell’amore che porto alla vostra casa”. Sarebbe ben felice… e allora perché non lo è? Per ragione dell’amore che porta alla nostra casa… Mostra di amare il suo fienile più di quanto non ami la nostra casa. Leggiamo ancora un po’. “Il proposito che intraprendete è pericoloso”… Eh, questo è certo! È pericoloso prendere freddo, dormire, bere… ma ti dico, sciocco d’un signorotto, che dall’ortica del pericolo si coglie il fiore della sicurezza. “Il proposito che intraprendete è pericoloso, gli amici di cui avete fatto il nome poco sicuri, il tempo stesso mal scelto, e tutto il vostro piano troppo fragile per potersi opporre a forze così grandi”. Dici così, dici così? Allora ti dico un’altra volta che sei uno zotico sciocco e pauroso, e che menti. Guarda un po’ che scervellato! Perdio, il nostro piano è un piano buono se mai ce n’è stato, i nostri amici fedeli e costanti; un buon piano, dei buoni amici, e pieni di ardore; un piano eccellente, amici ottimi! Che furfante dallo spirito tutto ghiaccio! Ma come, persino l’Arcivescovo di York ha approvato il piano e l’andamento dell’impresa. Sangue di Cristo, se avessi questo mascalzone a portata di mano, potrei cavargli il cervello col ventaglio di sua moglie. Non c’è forse mio padre, mio zio, ed io stesso; Lord Edmund Mortimer, l’Arcivescovo di York, e Owen Glendower? E per di più non c’è anche Douglas? E non ho qui tutte le loro lettere in cui promettono di raggiungermi con le loro forze il nove del mese prossimo, e alcuni di essi non sono già in marcia? Ma guarda che canaglia d’un miscredente mi trovo fra i piedi! Un infedele! Va’ a vedere che ora, tutto sincero come gli detta la paura e il gelo al cuore, se ne andrà dal Re a spifferare tutto il nostro progetto. Diavolo, potrei farmi in due e prendere me stesso a schiaffi per aver proposto un’azione tanto onorevole a un tale piattino di latte scremato! Che si impicchi, vada pure a dirlo al Re! Siamo pronti. Partirò stanotte.

Entra sua moglie, Lady Percy.

Che c’è, Kate? Devo lasciarti in un paio d’ore.

LADY

Mio buon signore, perché sei così solo?

Per quale offesa sono da due settimane

esclusa dal letto del mio Harry?

Dimmi, dolce signore, cos’è che ti toglie

l’appetito, l’allegria, e l’aureo sonno?

Perché abbassi gli occhi sulla terra

e sussulti tanto spesso quando sei solo?

Perché hai perduto il fresco colorito delle guance

e hai ceduto i miei tesori, i miei diritti su te

a meditazioni cupe e maledette malinconie?

Nei tuoi sonni turbati io ti ho vegliato accanto

e ti ho udito sussurrare storie di guerre spietate,

dire espressioni equestri al tuo destriero scalpitante,

gridare “Coraggio! Al campo!”. Ed hai parlato

di sortite e ritirate, tende e trincee,

palizzate, baluardi, parapetti,

basilischi, cannoni, colubrine,

riscatti di prigionieri, soldati uccisi,

e tutte le vicende di una battaglia violenta.

Il tuo spirito ha in te fatto tanta guerra

e tanto ti ha agitato nel tuo sonno,

che gocce di sudore hanno bagnato la tua fronte

come bolle in una corrente or ora rimescolata,

e nel tuo volto sono apparsi strani moti,

come quando gli uomini trattengono il fiato,

per un grande sforzo. Che portenti sono questi?

Qualche grave impresa ha in mano il mio signore

e io la voglio conoscere, altrimenti non mi ama.

HOTSPUR

Ehilà!

[Entra un servitore.]

È partito Gilliams con le lettere?

SERVO

Sì, signore, è partito un’ora fa.

HOTSPUR

È andato a prendere Butler quei cavalli dallo sceriffo?

SERVO

Un cavallo, signore, l’ha portato proprio adesso.

HOTSPUR

Quale cavallo? Un roano, con le orecchie mozze, è vero?

SERVO

Proprio così, signore.

HOTSPUR

Quel roano sarà il mio trono.

Bene, voglio provarlo subito. O espérance!

Di’ a Butler di condurlo fuori nel parco.

[Esce il servitore.]

LADY

Ascolta, mio signore.

HOTSPUR

Che dici, mia signora?

LADY

Cos’è che ti trasporta?

HOTSPUR

Ma come, il mio cavallo, amore, il mio cavallo!

LADY

Basta, scimmia d’una testa matta!

Una donnola non ha tanta frenesia

qual è quella che ti agita. In fede mia,

scoprirò questa tua faccenda, Harry, la scoprirò!

Ho paura che mio fratello Mortimer si muova

per il suo titolo e si sia rivolto a te

per dargli man forte. Ma se andrai…

HOTSPUR

Tanto lontano a piedi, mi stancherò, amore.

LADY

Niente frottole, parrocchetto, rispondimi

senza mezzi termini a questa domanda che ti faccio.

Davvero ti torcerò il mignolo, Harry,

se non mi dici tutto così come sta.

HOTSPUR

Via, via, sciocchina! Amore? Io non ti amo;

non m’importa di te, Kate. Non è questo un mondo

per giocare a bambole e giostrare con le labbra.

Dobbiamo avere nasi insanguinati e teste rotte,

e anche darle. Perdio, il mio cavallo!

Che dici, Kate? Che vuoi da me?

LADY

Non mi ami? Davvero non mi ami?

E allora non amarmi; perché se non mi ami

non amo più me stessa. Non mi ami davvero?

Dimmi se parli per scherzo o sul serio.

HOTSPUR

Vieni, vuoi vedermi cavalcare?

E quando sarò in sella, giurerò

di amarti infinitamente. Ma senti, Kate;

non voglio che d’ora in poi mi fai domande

su dove vado, o discuti perché.

Dove devo andare devo, e per concludere

stasera devo lasciarti, buona Kate.

So che sei saggia, ma poi non più saggia

della moglie di Harry Percy; che sei costante,

ma anche donna; e quanto a segretezza

nessuna è più discreta, sono infatti certo

che non dirai quello che non sai,

e fino a questo punto mi fiderò di te.

LADY

Come, solo fino a questo punto?

HOTSPUR

Non un pollice di più. Ma senti, Kate;

dove andrò io, tu verrai pure;

oggi io partirò, domani tu.

Così ti va bene, Kate?

LADY

Deve andare per forza. Escono.

ATTO SECONDO – SCENA QUARTA

Entrano il Principe e Poins.

PRINCIPE

Ned, ti prego, vieni fuori da quella lurida stanza e aiutami a ridere un po’.

POINS

Dove sei stato, Hal?

PRINCIPE

Con tre o quattro teste di legno fra tre o quattro ventine di botti di legno. Ho toccato la corda più bassa dell’umiltà. Uomo, ho giurato fratellanza a un trio di garzoni d’osteria e so chiamarli tutti per nome; Tom, Dick e Francis. Sono già pronti a scommettersi l’anima che anche se sono solo il Principe di Galles, sono però il re della cortesia, e mi dicono apertamente che non sono un tizio borioso come Falstaff, ma un tipo allegro, un ragazzo di fegato, un bravo giovane (perdio, proprio così mi chiamano!), e quando sarò re d’Inghilterra avrò ai miei ordini tutti i bravi ragazzi di Eastcheap. Alzare il gomito loro lo chiamano “tingere scarlatto”; se prendi fiato mentre tracanni ti gridano “ehm!” e ti ordinano; “manda giù!”. Insomma, ho imparato tante cose in un quarto d’ora da poter bere con ogni calderaio nel suo gergo tutta la vita. Ti dico, Ned, che hai perso parecchio onore a non accompagnarmi in questa impresa. Però, Ned mio dolce… e per addolcire questo nome di Ned ti darò questo soldo di zucchero, messomi in mano proprio adesso da un sottogarzone d’osteria, uno che in vita sua di parole non ne ha dette altre che “Otto scellini e mezzo”, e “Accomodatevi”, magari gridando di seguito; “Subito, subito, signore! Segna una pinta di vin dolce nella mezzaluna”, o qualcosa del genere. Però Ned, dicevo, per passare il tempo finché arriva Falstaff, mettiti per piacere in una stanza qui accanto mentre io chiedo al mio novellino taverniere perché m’ha dato lo zucchero, e non smettere mai di gridare “Francis!”, in modo che risponda sempre e solo “Subito!”. Vai di là, che ti faccio pregustare la cosa.

POINS

Francis!

PRINCIPE

Perfetto.

POINS

Francis! [Esce Poins.]

Entra il taverniere [Francis].

FRANCIS

Subito, subito, signore. Ralph, va’ a vedere nella melagrana.

PRINCIPE

Vieni qui, Francis.

FRANCIS

Signore?

PRINCIPE

Quant’altro tempo hai di apprendistato, Francis?

FRANCIS

In verità, cinque anni, tanto da…

POINS [da dentro]

Francis!

FRANCIS

Subito, subito, signore.

PRINCIPE

Cinque anni! Madonna, un bel pezzo per far tintinnare il peltro. Ma Francis, hai il coraggio di fare il vigliacco con il tuo contratto e fargli vedere un bel paio di gambe levate e scappartene?

FRANCIS

Dio mio, signore, giuro su tutte le bibbie d’Inghilterra che saprei trovare il coraggio di…

POINS [da dentro]

Francis!

FRANCIS

Subito, signore.

PRINCIPE

Quanti anni hai, Francis?

FRANCIS

Vediamo un po’. Per San Michele avrò…

POINS [da dentro]

Francis!

FRANCIS

Subito. Vi prego di aspettare un attimo, signore.

PRINCIPE

No, ma ascolta Francis. Per lo zucchero che m’hai dato… un soldo, non è così?

FRANCIS

O signore, vorrei fossero stati due!

PRINCIPE

In cambio ti darò mille sterline. Chiedile quando vuoi e le avrai.

POINS [da dentro]

Francis!

FRANCIS

Subito, subito.

PRINCIPE

Subito, Francis? Questo no, Francis, ma domani, Francis, o magari, Francis, giovedì, o insomma, Francis, quando vuoi. Ma, Francis…

FRANCIS

Signore?

PRINCIPE

Te la senti di derubare questo qui, giubba di pelle, bottoni di vetro, zucca rapata, anello d’agata, calze di lana grigia, giarrettiere di flanella, lingua melata, sacca di pelle spagnola…

FRANCIS

Buon Dio, signore, cosa volete dire?

PRINCIPE

Allora lo zibibbo scuro è l’unico vino che fa per te. Poiché, Francis, bada che il tuo grembiule bianco non mancherà di insudiciarsi. Lo zucchero in Barberia non varrà poi tanto.

FRANCIS

Cosa, signore?

POINS [da dentro]

Francis!

PRINCIPE

Via, briccone! Non senti che ti chiamano?

Lo chiamano tutti e due. Il taverniere resta stupito, non sapendo da che parte andare.

Entra l’oste.

OSTE

Come, te ne stai impalato e senti tanta gente che ti chiama? Bada ai clienti di là. [Esce Francis.] Mio Signore, alla porta c’è il vecchio Sir John con mezza dozzina d’altri. Devo farli entrare?

PRINCIPE

Lasciali un po’ soli, poi apri la porta. [Esce l’oste.] Poins!

POINS [da dentro]

Subito, subito, signore.

Entra Poins.

PRINCIPE

Messere, Falstaff e gli altri ladri sono alla porta. Vogliamo stare allegri?

POINS

Allegri come grilli, ragazzo mio. Ma sentite; dov’era il senso di questo scherzo del taverniere? Ditemi, cosa ne ricavate?

PRINCIPE

Ora mi sono venuti tutti i ghiribizzi che ci sono stati dai vecchi tempi del buon Adamo all’età neonata di questa mezzanotte.

[Entra Francis.]

Che ora è, Francis?

FRANCIS

Subito, subito, signore. [Esce.]

PRINCIPE

Che quest’uomo debba avere meno parole di un pappagallo, pur essendo figlio di donna! Il suo lavoro è tutto salire e scendere scale, la sua eloquenza il totale di un conto. Non ho ancora lo spirito di Percy, lo Hotspur del Nord, che mi ammazza sei o sette dozzine di scozzesi a colazione, si lava le mani e dice a sua moglie; “Accidenti a questa vita quieta! Mi manca da fare!” “O dolce mio Harry” fa lei “quanti ne hai ammazzati oggi?” “Date una purga al mio roano” dice lui; e: “Un quattordici”, le risponde un’ora dopo, “una bazzecola, una bazzecola”. Ti prego, chiama Falstaff. Io farò la parte di Percy, e quel dannato maiale farà la parte di donna Mortimer sua moglie. “Più vino!”, fa l’ubriacone. Chiama carne, chiama lardo.

Entra Falstaff [, Gadshill, Bardolph e Peto; Francis li segue col vino].

POINS

Benvenuto, Jack. Dove sei stato?

FALSTAFF

Peste a tutti i vigliacchi, dico io, e vadano al diavolo! Per la Madonna e amen! Dammi un boccale di secco, ragazzo. Piuttosto che continuare a fare questa vita, mi metto a cucire calze, e le rammendo e ne rifaccio anche i piedi. Peste a tutti i vigliacchi! Dammi un boccale di secco, briccone. Non c’è più virtù? Beve.

PRINCIPE

Hai mai visto il Titano (cuor tenero!) baciare un piatto di burro che si scioglieva alle dolci parole del sole? Se sì, guarda una tal mescolanza.

FALSTAFF

Briccone, c’è anche della calce in questo vino! Non si trova che bricconeria nella scellerata natura dell’uomo. Ma un vigliacco è peggio d’un boccale di secco con dentro della calce. Un infame vigliacco! Va’ per la tua strada, vecchio Jack, ormai puoi morire. Se il coraggio virile, il buon coraggio, non è sparito dalla faccia della terra, allora io sono un’aringa svuotata. In Inghilterra non vivono che tre uomini dabbene scampati alla forca, e uno di loro è grasso e sta invecchiando. Che Dio ci aiuti, intanto! Brutto mondo, dico io. Vorrei essere un tessitore: potrei cantare i salmi o qualcos’altro. Peste a tutti i vigliacchi, ripeto.

PRINCIPE

Insomma, sacco di lana? Che vai borbottando?

FALSTAFF

Figlio di re! Se non ti scaccerò dal tuo regno con una spada di latta e non farò correre tutti i tuoi sudditi davanti a te come una frotta di oche selvatiche, non porto più peli sulla faccia. Tu Principe di Galles?

PRINCIPE

Ebbene, malalingua figlio di puttana, cosa c’è?

FALSTAFF

Non sei un vigliacco? Rispondi alla mia domanda. E quel Poins lì?

POINS

Sangue di Cristo, pancione, se mi dai del vigliacco, perdio ti infilzo.

FALSTAFF

Io darti del vigliacco? Ti vedrò all’inferno prima di darti del vigliacco, ma pagherei mille sterline per poter correre in fretta come te. Hai le spalle abbastanza dritte tu, non ti importa di far vedere la schiena. E questo lo chiameresti spalleggiare gli amici? La peste a un tale spalleggiare! Preferisco quelli che mi mostrano la faccia. Dammi un boccale di vin secco. Sono un farabutto se oggi ho bevuto.

PRINCIPE

Mascalzone, le tue labbra non sono manco asciugate da quando hai bevuto l’ultima volta.

FALSTAFF

Fa lo stesso. (Beve.) Peste a tutti i vigliacchi, dico e ripeto.

PRINCIPE

Cosa c’è?

FALSTAFF

Cosa c’è? Siamo in quattro qui che abbiamo preso mille sterline questa mattina.

PRINCIPE

Dove sono, Jack, dove sono?

FALSTAFF

Dove sono? Ce le hanno prese ecco dove sono. Cento addosso a noi poveri quattro!

PRINCIPE

Che dici, uomo, cento?

FALSTAFF

Peste mi colga se non fui a corpo a corpo con una dozzina di loro per due ore di seguito. L’ho scampata per miracolo. Otto volte mi hanno trafitto la giubba, quattro volte le brache, lo scudo tutto sforacchiato, la spada intaccata come una sega a mano. Ecce signum! [La sguaina.] Non mi sono battuto mai così bene da quando mi son fatto uomo. Non è servito a niente. Peste a tutti i vigliacchi! Parlino! Se dicono più o meno della verità sono scellerati e figli delle tenebre.

PRINCIPE

Parlate, signori. Come andò?

GADSHILL

Noi quattro assalimmo una dozzina…

FALSTAFF

Sedici almeno, mio signore.

GADSHILL

E li legammo.

PETO

No, no, non furono legati.

FALSTAFF

Farabutto, furono legati, dal primo all’ultimo, altrimenti sono un giudeo, un giudeo ebreo.

GADSHILL

Mentre dividevamo, sei o sette uomini freschi ci assalirono…

FALSTAFF

E slegarono i primi, poi arrivarono gli altri.

PRINCIPE

E avete combattuto contro tutti?

FALSTAFF

Tutti? Non so cosa intendi per tutti, ma se non mi sono battuto con almeno cinquanta, sono un mazzetto di ravanelli! Se non ce n’erano cinquantadue o cinquantatré addosso al povero vecchio Jack, allora io non sono una creatura a due gambe.

PRINCIPE

Dio non voglia che tu ne abbia ammazzato qualcuno.

FALSTAFF

Non c’è più preghiera che valga. Ne ho pepato due. Due sono sicuro di averli fatti fuori, due malandrini in casacche di grezzo. Ora ti racconto, Hal, e se mento sputami in faccia o dammi del cavallo. Tu conosci la mia vecchia parata. Ecco, mi metto così, e la mia punta così. Quattro gaglioffi in grezzo mi danno addosso.

PRINCIPE

Come, quattro? Se un momento fa hai detto due.

FALSTAFF

Quattro, Hal, t’ho detto quattro.

POINS

Sì, sì, ha detto quattro.

FALSTAFF

Questi quattro vennero avanti tutti di fronte e mi assalirono furiosamente. Non ho battuto ciglio, ma lasciai che le loro sette punte s’infilzassero tutte nel mio scudo, così.

PRINCIPE

Sette? Ma se erano quattro un momento fa!

FALSTAFF

In grezzo?

POINS

Sì, quattro in casacche di grezzo.

FALSTAFF

Sette, per quest’elsa, com’è vero che sono un galantuomo.

PRINCIPE [a parte a Poins]

Lascialo stare, aumenteranno presto.

FALSTAFF

Mi ascolti, Hal?

PRINCIPE

Sì, Jack, e ti vedo pure.

FALSTAFF

Continua così, ne vale la pena. Questi nove in grezzo che ti dicevo…

PRINCIPE

Già due di più.

FALSTAFF

Rotte che furono le loro punte…

POINS

Gli caddero le brache.

FALSTAFF

Cominciarono a cedere terreno; ma io gli stetti sotto, mi avvicinai di persona, e con la rapidità del pensiero sette degli undici li feci secchi.

PRINCIPE

Prodigioso! Due uomini in grezzo che diventano undici!

FALSTAFF

Ma, come diavolo volle, tre furfanti malnati vestiti di verde Kendal mi vennero alle spalle e mi diedero addosso, poiché era tanto buio, Hal, che non avresti potuto vedere la tua stessa mano.

PRINCIPE

Queste menzogne sono come il padre che le ha generate; enormi come una montagna, evidenti, palpabili. Ma che, stupido mangione, zuccone dalla testa dura, figlio di puttana, osceno e bisunto raccogli-grasso…

FALSTAFF

Ma sei impazzito? Sei impazzito? La verità non è la verità?

PRINCIPE

Ma come potevi vedere questi uomini in verde Kendal se era così buio che non potevi distinguere la tua mano? Forza, dacci le tue ragioni. Che rispondi?

POINS

Su, le tue ragioni, Jack, le tue ragioni.

FALSTAFF

Che, per forza? Sangue di Dio, fossi messo alla corda o alla tortura su tutte le ruote del mondo, non vi direi niente per forza. Darvi delle ragioni per forza? Fossero le ragioni abbondanti come more, una ragione per forza non la darei mai a nessuno, io.

PRINCIPE

Non voglio macchiarmi un minuto di più di questo peccato. Questo vigliacco sfacciato, questo schiacciamaterassi, questo sfiancacavalli, quest’enorme monte di ciccia…

FALSTAFF

Sangue di Dio, morto di fame che non sei altro, pelle di anguilla, lingua di manzo secca, nerbo di bue, stoccafisso… Avessi il fiato per dire quel che ti assomiglia! Tu, canna di sarto, tu, guaina di spada, astuccio d’archetto, vile lama stemprata!

PRINCIPE

Bene, prendi pure fiato, e poi ricomincia, e quando ti sarai stancato a furia di paragoni sporchi, sentimi dire solo una cosa.

POINS

Attento, Jack.

PRINCIPE

Noi due abbiamo visto voi quattro assalire altri quattro, legarli e impadronirvi del loro denaro. Ora sta’ a sentire come una storia semplice basterà a scornarti. Poi noi due saltammo addosso a voi quattro, e bastò un grido per farvi mollare la preda, e ce l’abbiamo, e possiamo mostrarvela qui nella locanda. E tu, Falstaff, portasti via le tue trippe con tanta destrezza e velocità, e implorasti pietà, e continuasti a correre e mugolare, che non ho mai udito un torello mugolare così. Che cialtrone che sei a intaccare la tua spada a quel modo e poi dire che è stato in battaglia! Che trappola, che trucco, che sotterfugio mi trovi ora per nasconderti da questa vergogna chiara e lampante?

POINS

Avanti, facci sentire, Jack. Che trucco hai in serbo?

FALSTAFF

Giuro su Dio, vi ho riconosciuto quanto vi conosce colui che vi ha fatto. Suvvia, padroni miei, state a sentire; stava forse a me ammazzare l’erede presuntivo al trono? Dovevo forse saltare addosso al vero principe? Tu sai bene che sono valoroso quanto Ercole, ma bada all’istinto. Il leone non tocca il vero principe. L’istinto è una gran cosa. Sono stato vigliacco per istinto. Avrò una più alta opinione di me, e di te, finché vivo; di me come leone valoroso, di te come vero principino. Ma, perdio, ragazzi, sono felice che avete il denaro. Ostessa, spranga le porte. Veglia stanotte, prega domani. Galanti, compagni, ragazzi, cuori d’oro, tutti i titoli dell’amicizia siano vostri! Che dite, vogliamo divertirci? Facciamo una commedia improvvisata?

PRINCIPE

D’accordo, e il soggetto sarà il tuo dartela a gambe.

FALSTAFF

Ah, non parlarne più, Hal, se mi vuoi bene!

Entra l’Ostessa.

OSTESSA

Gesù, il mio signor Principe!

PRINCIPE

Che c’è, mia signora ostessa? Che mi dici?

OSTESSA

Maria Vergine, mio signore, alla porta c’è un nobile della corte che vuol parlarvi. Dice che lo manda vostro padre.

PRINCIPE

Dagli quanto basta a farne un reale, e mandalo indietro da mia madre.

FALSTAFF

Che tipo di uomo è?

OSTESSA

Un uomo vecchio.

FALSTAFF

Che fa la vecchiaia fuor di letto a mezzanotte? Vuoi che gli risponda io?

PRINCIPE

Sì, Jack, fallo tu.

FALSTAFF

Giuro che lo faccio filare. Esce.

PRINCIPE

Dunque, signori. Per la Madonna, avete combattuto bene; tu, Peto, e tu, Bardolph. Siete dei leoni anche voi, siete scappati per istinto, non tocchereste mai il vero principe, no, figuriamoci!

BARDOLPH

Perdio, sono scappato quando ho visto scappare gli altri.

PRINCIPE

Ditemi ora, sul serio, com’è che la spada di Falstaff è finita così intaccata?

PETO

Ma, l’ha fatto col pugnale, e ha detto che, a costo di far scappare la verità dall’Inghilterra, vi avrebbe fatto credere che era stato durante il combattimento, e ci ha persuaso a fare lo stesso.

BARDOLPH

Proprio così, e a stuzzicarci il naso con della gramigna per farlo sanguinare, e poi a imbrattare di sangue i vestiti e giurare che era sangue di valorosi. Ho fatto una cosa che non mi era capitata in sette anni, sono arrossito a sentire i suoi mostruosi espedienti.

PRINCIPE

O farabutto! Hai rubato un boccale di vino secco diciotto anni fa e sei stato colto in flagrante, e da allora non hai fatto che arrossire estemporaneamente. Avevi il fuoco e la spada dalla tua parte, eppure sei scappato. Che istinto è stato a fartelo fare?

BARDOLPH

Signore, vedete queste meteore? Osservate codeste esalazioni?

PRINCIPE

Le vedo.

BARDOLPH

Che pensate che presagiscano?

PRINCIPE

Fegato caldo, borsa fredda.

BARDOLPH

Collera, mio signore, se ben colte.

PRINCIPE

No, se colte in flagrante, un collare a cappio.

Entra Falstaff.

Ecco che arriva Jack lo smilzo, ecco che arriva pelle ed ossa. Che c’è dunque, mia dolce creatura di bambagia? Da quanto tempo è, Jack, che non ti vedi le ginocchia?

FALSTAFF

Le ginocchia? Quando avevo suppergiù la tua età, Hal, avevo una vita non più grande d’un artiglio d’aquila; avrei potuto passare per l’anello del pollice di un qualsiasi notabile. Dannazione ai sospiri e agli affanni! Ti gonfiano come una vescica. Ci sono brutte notizie in giro. C’era Sir John Bracy da parte di tuo padre. Devi andare a corte domattina. Sai quel matto del nord, Percy, e quel gallese che ha riempito di botte Amamone e cornificato Lucifero e fatto un patto di fedeltà col diavolo giurando sulla croce di un’alabarda gallese – come peste si chiama?

POINS

Owen Glendower.

FALSTAFF

Owen, sì, Owen… e suo genero Mortimer, e il vecchio Northumberland, e quell’argento vivo di Douglas, il più scozzese degli scozzesi, che va al galoppo su per un monte a perpendicolo…

PRINCIPE

Quello che cavalcando a tutta velocità con la pistola ti prende un passero in volo.

FALSTAFF

Hai colto il segno.

PRINCIPE

Non così lui il passero.

FALSTAFF

Bene, quella canaglia è di buona tempra, non è di quelli che corrono.

PRINCIPE

Allora che canaglia sei tu a lodarlo per il correre!

FALSTAFF

A cavallo, cuculo! Ma a piedi non muove un piede.

PRINCIPE

Sì che lo fa, Jack, per istinto.

FALSTAFF

Concesso, per istinto sì. Insomma, anche lui sta con gli altri, e un certo Mordake, e altre mille coppole blu. Worcester se l’è squagliata stanotte; la barba di tuo padre si è sbiancata per queste notizie. Ormai la terra la puoi comprare al prezzo di sgombri puzzolenti.

PRINCIPE

Allora è probabile che se giugno sarà caldo e la scazzottatura civile durerà, potremo comprare le verginità all’ingrosso, come fossero chiodi da scarpe.

FALSTAFF

Per la messa, ragazzo, dici giusto; scommetto che quel genere di mercato andrà bene. Ma dimmi Hal, non sei orribilmente spaventato? Tu che sei l’erede presuntivo, dimmi se il mondo poteva opporti tre nemici peggiori di quel demonio di Douglas, quell’ossesso di Percy e quel diavolo di Glendower? Non sei orridamente impaurito? Non ti si raggela il sangue alla notizia?

PRINCIPE

Per niente, a dire il vero; mi manca un po’ del tuo istinto.

FALSTAFF

Comunque, domani ti prenderai una bella sfuriata quando andrai da tuo padre. Se mi vuoi bene, esercitati a rispondere.

PRINCIPE

Tu fa’ la parte di mio padre e interrogami sui particolari della mia vita.

FALSTAFF

Vuoi proprio? D’accordo. Questa sedia sarà il mio trono, questo pugnale sarà il mio scettro, e questo cuscino sarà la mia corona.

PRINCIPE

Il tuo trono si vede che è uno sgabello, il tuo scettro d’oro un pugnale finto, e la tua corona ricca e preziosa una pietosa zucca pelata.

FALSTAFF

Bene, se il fuoco della grazia non è del tutto spento in te, ora ti commuoverai. Datemi un bicchiere di vino secco per farmi venire gli occhi rossi, perché si creda che ho pianto. Devo infatti parlare appassionatamente, e lo farò nella vena del re Cambise.

PRINCIPE

Bene, ecco il mio ginocchio.

FALSTAFF

Ed ecco il mio discorso. Discostatevi, nobili.

OSTESSA

Gesù, questo sì che è uno spasso!

FALSTAFF

Non piangere, dolce regina, ché vano è il gocciar lacrime.

OSTESSA

O Dio Padre, se sa fare la faccia solenne!

FALSTAFF

Perdio, messeri, conducete la mia triste regina!

Ché lacrime ostacolano le chiuse dei suoi occhi.

OSTESSA

Gesù, fa proprio come uno di quei manigoldi di attori che ho visto!

FALSTAFF

Taci, buona birraia, taci, stuzzicacervelli. Harry, mi stupisco non solo di dove passi il tempo, ma anche della compagnia che frequenti. Tutti sanno che la camomilla più la si schiaccia coi piedi più in fretta cresce, ma la gioventù più la si spreca più si consuma. Che sei mio figlio me lo garantisce in parte tua madre, in parte la mia convinzione, ma soprattutto i tuoi occhi storti e quello sciocco labbro inferiore pendulo. Se dunque sei figlio mio, ecco il punto; perché, essendomi figlio, sei così puntato a dito? Il sole, figlio benedetto del cielo, si farà perdigiorno e mangerà more? Una domanda da non fare. E il figlio del Re di Inghilterra farà il ladruncolo e ruberà borse? Una domanda da fare. C’è una sostanza, Harry, di cui spesso hai sentito parlare, e molti del nostro paese la conoscono col nome di pece. Orbene questa pece, come testimoniano antichi autori, ha la caratteristica di sporcare. Lo stesso fa la compagnia che frequenti. Poiché, Harry, adesso non ti parlo nel vino ma nelle lacrime, non per gioia ma per dolore, non solo in parole ma anche in pene… Eppure c’è un uomo virtuoso che ho spesso notato nella tua compagnia, ma il suo nome non lo conosco.

PRINCIPE

Che sorta d’uomo, se piace a vostra maestà?

FALSTAFF

Un bell’uomo robusto, in fede mia, nonché corpulento. Ha aspetto allegro, occhio affabile, portamento assai nobile. Mi pare che per età deve essere sui cinquanta o, per nostra Signora, verso i sessanta. E ora che mi ricordo, ha nome Falstaff. Se quell’uomo è un malvagio, egli mi inganna; infatti, Harry, scorgo virtù nel suo aspetto. Se dunque l’albero si conosce dal frutto, come il frutto dall’albero, allora, e te lo dico con sicurezza, c’è della virtù in questo Falstaff. Tieni lui con te, gli altri mettili al bando. E ora dimmi, furfantello, dimmi un po’ dove sei stato questo mese?

PRINCIPE

Secondo te un re parlerebbe così? Fai tu la parte mia, e io farò quella di mio padre.

FALSTAFF

Mi deponi? Se sai fare tuo padre con solo metà della serietà e della maestà di parola e di sostanza che ci ho messo io, attaccami pure per i calcagni come un coniglio o una lepre dal pollivendolo.

PRINCIPE

Bene, eccomi seduto.

FALSTAFF

Ed eccomi in piedi. Giudicate, signori miei.

PRINCIPE

Dunque, Harry, donde vieni?

FALSTAFF

Mio signore, da Eastcheap.

PRINCIPE

Le lamentele che sento sul tuo conto sono pesanti.

FALSTAFF

Dio boia, signore, tutte menzogne! – Te lo faccio vedere io come si fa un principino.

PRINCIPE

Bestemmi anche, ragazzaccio? D’ora in poi non farti più vedere. Ti sei violentemente allontanato dalla grazia di Dio. C’è un diavolo che ti travia sotto l’aspetto di un vecchione grasso, un otre d’uomo ti è compagno. Perché ti intrattieni con quel baule di bizze, quel moggio di bestialità, quel fagotto rigonfio di idropisie, quella grossa bigoncia di vino secco, quel valigione imbottito di budella, quel bue arrostito di Manningtree col ripieno nel ventre, quel reverendo vizio, quell’iniquità dai capelli grigi, quel vecchio mascalzone, quel padre ruffiano, quella vanità carica d’anni? A cosa è buono se non a gustare vino secco e berlo? In cosa è pulito e abile se non a tagliare un cappone e mangiarlo? In cosa è destro se non nella scaltrezza? In cosa è scaltro, se non nella malvagità? In cosa è malvagio, se non in tutto? In cosa meritevole, se non in nulla?

FALSTAFF

Vorrei che vostra grazia si spiegasse meglio. Chi intende vostra grazia?

PRINCIPE

Quel malvagio abominevole traviatore di giovani, Falstaff, quel vecchio Satana con la barba bianca.

FALSTAFF

Signor mio, conosco l’uomo.

PRINCIPE

So che lo conosci.

FALSTAFF

Ma dire che lo conosco più malvagio di me sarebbe dire più di quel che conosco. Che sia vecchio, ed è un gran peccato, i capelli bianchi lo testimoniano; ma che sia (con vostra licenza) un puttaniere, questo assolutamente lo nego. Se il vino zuccherato è una colpa, che Dio aiuti i malvagi! Se essere vecchi e allegri è un peccato, allora molti vecchi osti che conosco andranno all’inferno. Se essere grassi vuol dire essere odiati, allora le vacche magre di Faraone bisogna amarle. No, mio buon signore; bandite Peto, bandite Bardolph, bandite Poins. Ma quanto al dolce Jack Falstaff, il buon Jack Falstaff, il fedele Jack Falstaff, il valoroso Jack Falstaff, e tanto più valoroso essendo, com’è, il vecchio Jack Falstaff, non bandirgli la compagnia del tuo Harry, non bandirgli la compagnia del tuo Harry. Bandire il paffuto Jack è bandire tutto il mondo!

PRINCIPE

Lo faccio, lo farò.

[Bussano. Escono l’Ostessa, Francis e Bardolph.]

Entra Bardolph, di corsa.

BARDOLPH

Oh signore, signore! Lo sceriffo con un’enorme scorta di guardie è alla porta.

FALSTAFF

Fuori dai piedi, mascalzone! Finiamo la commedia. Ho molte cose da dire a favore di quel Falstaff.

Entra l’Ostessa.

OSTESSA

Gesù, signor mio, signor mio!

PRINCIPE

Ehi, ehi, il diavolo cavalca un archetto di violino! Cosa c’è?

OSTESSA

Sono alla porta lo sceriffo e tutta la ronda. Vogliono perquisire la locanda. Li faccio entrare?

FALSTAFF

Hai sentito, Hal? Non dire mai che una moneta d’oro è una contraffazione. Tu sei essenzialmente pazzo anche se non lo sembri.

PRINCIPE

E tu sei un vigliacco nato, senza l’istinto.

FALSTAFF

Nego la tua maggiore. Se tu neghi lo sceriffo, bene; se no, fallo entrare. Se non saprò stare su una carretta dignitosamente quanto chiunque, accidenti alla mia educazione! Spero che il capestro mi strangolerà in fretta come un altro.

PRINCIPE

Nasconditi dietro l’arazzo. Voi altri salite sopra. Ora, signori, una faccia franca e una coscienza pulita.

FALSTAFF

Le ho avute tutte e due, ma il loro tempo è passato e pertanto mi nasconderò. Esce.

PRINCIPE

Chiamate lo sceriffo.

[Escono. Restano il Principe e Peto.]

Entrano lo Sceriffo e il vetturale.

Dunque, mastro sceriffo, che volete da me?

SCERIFFO

Prima di tutto, scusatemi signore. Voci e clamori

hanno inseguito certi uomini fino a questa locanda.

PRINCIPE

Che uomini?

SCERIFFO

Uno è ben conosciuto, mio buon signore,

un omaccione grasso.

VETTURALE

Grasso come il burro.

PRINCIPE

Quell’uomo, vi assicuro, non è qui,

poiché io stesso l’ho impiegato or ora.

E, sceriffo, vi do la mia parola

che per domani all’ora di pranzo lo manderò

a rispondere a voi, o a chiunque altro,

di ogni cosa di cui sarà accusato;

e con ciò vi chiedo di lasciare la locanda.

SCERIFFO

Lo farò, signore. Vi sono due gentiluomini

che in questa rapina hanno perso trecento marchi.

PRINCIPE

Può essere. Se egli li ha derubati,

dovrà risponderne; per ora, addio.

SCERIFFO

Buona notte, nobile signore.

PRINCIPE

Mi sembra buon giorno, non è così?

SCERIFFO

Infatti, signore, penso siano le due.

Esce [col vetturale].

PRINCIPE

Questo manigoldo bisunto è noto come la chiesa di San Paolo. Va’, fallo uscire.

PETO

Falstaff! Dorme sodo dietro l’arazzo, e russa come un cavallo.

PRINCIPE

Ascolta che respiro faticoso. Frugagli le tasche.

Gli fruga le tasche e trova certe carte.

Cos’hai trovato?

PETO

Nient’altro che carte, signore.

PRINCIPE

Vediamo cosa sono. Leggile.

PETO [legge]

Un cappone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 scellini e 2 penny

Salsa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  4 penny

Vino secco, due galloni . . . . . . . . . . . . . . . . 5 scellini e 8 penny

Acciughe e vino dopo cena . . . . . . . . . . . . . 2 scellini e 6 penny

Pane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  mezzo penny

PRINCIPE

Ma è mostruoso! Appena mezzo penny di pane con quella quantità enorme di vino! Le altre carte conservale, le leggeremo quando avremo più tempo. Lascia che dorma lì fino all’alba. Io andrò a corte di mattina. Dobbiamo tutti partire in guerra, e avrai un incarico di riguardo. A questo furfante grasso procurerò il comando di una compagnia di fanti, e son certo che una marcia di duecento passi lo porterà alla tomba. Il denaro sarà restituito con gli interessi. Vieni da me per tempo domattina, e ora buon giorno, Peto.

PETO

Buon giorno, mio buon signore. Escono.

Enrico IV – Parte I
(“Henry IV, part 1” – 1597)
Introduzione – Riassunto
Atto I
Atto II
Atto III
Atto IV
Atto V

Introduzione al teatro di Shakespeare
Elenco opere teatrali

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