Sonetto 25

Shakespeare. Sonetto 9

«Chi è in favore delle proprie stelle
si vanti di pubblico onore e superbi titoli».  

Nel Sonetto 25, che ha come tema la lotta della mortalità contro l’immortalità, il poeta si contrappone a coloro che sono “in favore delle proprie stelle”, il che implica che, sebbene loro non siano annoverati tra quelle persone famose e fortunate, la loro fama non durerà, mentre il suo amore lo farà. Pertanto, è felice nel suo amore.

Sonetto 25
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Chi è in favore delle proprie stelle
si vanti di pubblico onore e superbi titoli,
mentre io, cui la sorte nega simili trionfi,
godo insperatamente chi maggiormente apprezzo.
I favoriti dei potenti schiudono i bei petali
soltanto come calendule allo splendor del sole,
è già sepolto in loro il loro proprio orgoglio
perché alla prima nuvola cade la loro aureola.
L’eroico combattente, famoso per valore
se dopo tante vittorie subisce una sconfitta,
per sempre vien radiato dall’albo dell’onore
e in più dimenticato ogni successo ardito:
felice sono io che amo e son riamato
dove l’amor non cambia né può esser ripudiato.

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Soprattutto, il poeta è confortato dalla consapevolezza che il suo amore per il giovane gli garantisce la permanenza: allora “felice sono io che amo e son riamato / dove l’amor non cambia né può esser ripudiato”. L’amore corrisposto tra lui e il giovane sostituisce il suo bisogno di fama.

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Crediti

Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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