«Di’ che mi lasciasti per qualche mio difetto
ed io rafforzerò la gravità di quell’offesa».
Continuando da dove si era interrotto il sonetto precedente, questo sonetto rivela un sottofondo di apprensione nei riferimenti del poeta verso il giovane. Qualunque sia l’accusa calunniosa che il giovane farà contro di lui, il poeta promette di dimostrare che il giovane è giustificato.
Sonetto 89 Di’ che mi lasciasti per qualche mio difetto |
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Amare il giovane e sapere che il giovane desidera abbandonarlo sarà sufficiente per spingere il poeta ad agire contro i propri interessi.
Finora l’amicizia non è completamente morta. In tutto il sonetto, il poeta usa il tempo futuro perché, nonostante tutte le sue insicurezze e dubbi, lo scioglimento del rapporto non è ancora definitivo. Sperando che una tale fine non si verifichi mai, il poeta promette di correggere qualsiasi difetto in se stesso che il giovane potrebbe trovare. Combatte costantemente contro se stesso per il bene del giovane: “Per te io giuro di andar contro me stesso, / perché mai potrei amare chi è causa del tuo odio”.
In altre parole, poiché il poeta vede se stesso e il giovane come una persona indivisibile, se il giovane iniziasse a odiare il poeta, allora il poeta inizierebbe essenzialmente a odiare se stesso poiché lui e il giovane sono la stessa persona – almeno nel nella mente del poeta, ma certamente non in quella del giovane.
Sonnet 89 – In English
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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)
Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture
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