«No, non chiedermi di giustificare i torti
che la tua crudeltà al mio cuore infligge».
Regredendo al suo precedente verso melodrammatico, il poeta implora la donna di essere onesta con lui e di confessare la sua infedeltà.
Sonetto 139 No, non chiedermi di giustificare i torti |
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Come avviene subito dopo il sonetto precedente, in cui il poeta sembra aver dominato le sue insicurezze, il senso di abbandono del poeta nel Sonetto 139 è sorprendente. Tuttavia, ricordando la sua apparente impotenza nel resistere alle trasgressioni del giovane nei sonetti precedenti, ci si aspetta la risposta del poeta alla continua infedeltà della donna.
Sebbene stanco di trovare scuse per la sfrenatezza della donna, le razionalizzazioni del poeta persistono. Finché la donna concede al poeta tutta la sua attenzione quando sono insieme, egli scuserà le sue azioni quando sono separati: “Dimmi che ami altri, ma quando son con te / cuor mio, non lanciare occhiate attorno.” È chiaro che il poeta la ama ancora; tuttavia, lo umilia con i suoi aperti flirt. Come per il giovane, il poeta permette alla donna di dettare i termini della relazione. Notare le molte frasi in cui implora la donna di intervenire in quanto ne è incapace: “Feriscimi”, “arma la lealtà e non uccidermi d’inganno”, “potrei scusarti”, “Uccidimi” e “spegni questa angoscia.” Incapace di agire con decisione, il poeta implora la donna di sbrigarsi in fretta.
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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)
Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture
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