(“Henry IV, part 1” – 1597)
Introduzione – Riassunto
Atto I
Atto II
Atto III
Atto IV
Atto V
Introduzione al teatro di Shakespeare
Elenco opere teatrali
Personaggi
RE ENRICO IV
ENRICO, Principe di Galles, figlio del Re
JOHN, Principe di Lancaster, figlio del Re
CONTE DI WESTMORELAND
SIR WALTER BLUNT
THOMAS PERCY, Conte di Worcester
HENRY PERCY, Conte di Northumberland
HENRY PERCY (“HOTSPUR”), suo figlio
EDMUND MORTIMER, Conte di March
RICHARD SCROOP, Arcivescovo di York
ARCHIBALD, Conte di Douglas
OWEN GLENDOWER
SIR RICHARD VERNON
SIR JOHN FALSTAFF
SIR MICHAEL, amico dell’Arcivescovo di York
NED POINS
GADSHILL
PETO
BARDOLPH
OSTE di una taverna di Eastcheap
FRANCIS, cameriere
CAMERIERE di una locanda di Rochester
STALLIERE
MUGS e un altro vetturale
VIANDANTI sulla via da Rochester a Londra
SCERIFFO
SERVO DI HOTSPUR
MESSAGGERO di Northumberland
DUE MESSAGGERI (soldati dell’esercito di Hotspur)
LADY PERCY, moglie di Hotspur e sorella di Mortimer
LADY MORTIMER, figlia di Glendower
MISTRESS QUICKLY, proprietaria di una taverna a Eastcheap
Scena: Inghilterra e Galles
LA STORIA DI ENRICO IV
[PARTE PRIMA]
CON LA BATTAGLIA DI SHREWSBURY
FRA IL RE
E LORD HENRY PERCY,
SOPRANNOMINATO HENRY HOTSPUR
DEL NORD.
CON LE BATTUTE GIOCOSE
DI SIR JOHN FALSTAFF.
ATTO PRIMO – SCENA PRIMA
Entrano il Re, Lord John di Lancaster, il Conte di Westmoreland, [Sir Walter Blunt] e altri.
RE
Tremanti come siamo, pallidi per gli affanni,
lasciamo alla pace impaurita il tempo di ansimare
e dare notizie trafelate di nuove contese
che devono nascere su lidi lontani.
Non più le crepe assetate della nostra terra
si imbratteranno le labbra del sangue dei suoi figli:
non più la guerra scaverà di trincee i suoi campi,
né ammaccherà i fiori con gli zoccoli armati
di passi ostili. Gli sguardi opposti
che, come le meteore di un cielo sconvolto
nate di una sola natura e sostanza,
si sono testé scontrati nell’intestino assalto
e nel furioso duello della carneficina civile,
ora in belle schiere amiche
tutti insieme marceranno né più si opporranno
ad amici, parenti e alleati.
La lama della guerra, coltello mal riposto,
non più taglierà il suo padrone. Perciò, amici,
per giungere fino al sepolcro di Cristo
– di cui soldati, sotto la cui croce benedetta
siamo ora arruolati e destinati a combattere –
subito raccoglieremo un esercito di inglesi,
le cui braccia furono formate nel ventre materno
per mettere in fuga i pagani nei sacri campi
sui quali passarono i piedi benedetti
che millequattrocento anni fa furono inchiodati
per nostra salvezza sulla croce amara.
Ma questo nostro intento è ormai vecchio un anno,
e non è necessario dirvi che partiremo.
Non per questo siamo qui. Ditemi dunque
voi, caro cugino Westmoreland,
cosa ha deciso la notte scorsa il consiglio
per promuovere questa importante spedizione.
WESTMORELAND
Maestà, il piano urgente fu molto dibattuto,
e molti incarichi furono suddivisi
proprio la notte scorsa; quando tutto sconvolto
arrivò un messaggero dal Galles, con notizie gravi,
la peggiore che il nobile Mortimer,
condotti gli uomini del Herefordshire a combattere
contro il selvaggio e ribelle Glendower,
è stato preso dalle rudi mani del gallese,
mille dei suoi uomini massacrati;
sui cui cadaveri un tale scempio,
tali mutilazioni bestiali e vergognose,
furono compiute dalle donne gallesi,
da non potersi riferire senza vergogna.
RE
Dunque la notizia di questo scontro
ha interrotto i nostri progetti di crociata.
WESTMORELAND
Questa con altre, vostra grazia.
Notizie ancora più ingrate e preoccupanti
vengono infatti da nord, e sono queste;
nel giorno di Santa Croce il baldo Hotspur di là –
il giovane Harry Percy – e il coraggioso Archibald,
scozzese noto e provato nell’ardimento,
si sono scontrati a Holmedon
e vi hanno vissuto una funesta ora di sangue,
come si capì dal fragore dell’artiglieria
e da ogni probabilità; poiché l’uomo
che portò la notizia era partito a cavallo
nel momento cruciale e più violento della battaglia,
quando l’esito ne era ancora incerto.
RE
Ecco un amico caro, fedele e zelante,
Sir Walter Blunt, appena sceso da cavallo,
macchiato di tutte le varie terre
che separano Holmedon dalla nostra corte:
ci ha portato notizie buone e benvenute.
Il Conte di Douglas è sconfitto;
diecimila arditi scozzesi e ventidue cavalieri,
Sir Walter ha visto stesi nel loro sangue
sul piano di Holmedon. Hotspur ha preso prigionieri
Mordake, Conte di Fife e primogenito
dello sconfitto Douglas, e i Conti di Athol,
Murray, Angus e Menteith.
Non è questa forse un’onorevole preda?
Un premio valoroso? Cugino, che ne dite?
WESTMORELAND
Davvero una vittoria
di cui anche un principe potrebbe vantarsi.
RE
Qui mi rattristi, mi fai peccare
di invidia perché Lord Northumberland
è padre di un figlio così dotato,
un figlio che è il soggetto dei discorsi dell’onore,
come la pianta più svettante di un frutteto,
favorito e orgoglio della dolce fortuna;
mentre io, sentendo le sue lodi,
vedo disordine e disonore macchiare la fronte
del mio giovane Harry. Se si potesse dimostrare
che una fata ha scambiato nottetempo
i nostri figli in fasce nella culla,
e chiamato il mio Percy, il suo Plantageneto!
Allora io avrei il suo Harry, egli il mio.
Ma non pensiamo a lui. Che dici, cugino,
dell’orgoglio di questo giovane Percy?
I prigionieri che ha fatto nella battaglia
li tiene per sé, e manda a dire
che non mi darà che Mordake Conte di Fife.
WESTMORELAND
È istigato da suo zio, da Worcester,
che a voi vuol male sotto tutti gli aspetti,
e lo spinge a farsi bello e sollevare
la cresta giovanile contro la vostra dignità.
RE
Ma io l’ho chiamato a rispondere di ciò,
e per questa causa dobbiamo trascurare per breve
la nostra santa missione a Gerusalemme.
Cugino, mercoledì prossimo terremo consiglio
a Windsor. Informatene i lord,
poi tornate da noi al più presto:
infatti c’è da dire e da fare più di quanto
si possa esprimere così nell’ira.
WESTMORELAND
Sarà fatto, maestà. Escono.
ATTO PRIMO – SCENA SECONDA
Entrano il Principe di Galles e Sir John Falstaff.
FALSTAFF
Di’ un po’ Hal, che ora è?
PRINCIPE
Sei così grosso d’ingegno a forza di bere vino vecchio, di sbottonarti dopo cena, di dormire sulle panche dopo mezzodì, che hai dimenticato di domandare davvero quello che davvero vuoi sapere. Che diavolo c’entri tu con l’ora che è? A meno che le ore non siano bicchieri di vino, i minuti capponi, gli orologi lingue di ruffiane, i quadranti insegne di bordelli, e il sole benedetto una bellezza calorosa vestita di taffettà rossa fiammante, non vedo proprio perché dovresti farmi una domanda così inutile come chiedere l’ora.
FALSTAFF
Vedo che mi capisci bene, Hal, infatti noi ladri andiamo secondo la luna e le sette stelle, non certo secondo Febo, il “soave cavalier vagabondo”. E ti pregherei, caro il mio ragazzaccio, quando sarai re, il che, con ogni rispetto per la tua grazia, anzi dovrei dire la tua maestà, ché grazia non ne avrai…
PRINCIPE
Come, non avrò grazia?
FALSTAFF
Nessuna, giuro, nemmeno il deo gratias che basta da prologo a un uovo al burro.
PRINCIPE
E perché? Parla più chiaro, più chiaro.
FALSTAFF
Stavo dicendo, caro mio, quando sei re non permettere mica che noi guardie del corpo della notte veniamo trattati alla stregua di ladri della bellezza del giorno. Lasciaci fare i guardiacaccia di Diana, gentiluomini dell’ombra, favoriti della luna; e che la gente ci giudichi uomini di buon governo, governati come siamo, al pari del mare, dalla nostra nobile e casta signora luna, sotto la cui protezione noi… lavoriamo.
PRINCIPE
Dici bene, il paragone è azzeccato. Infatti la fortuna di noi uomini della luna cresce e scema come la marea, essendo parimenti governata dalla luna. Eccotene la prova; una borsa d’oro risolutamente sgraffignata lunedì notte e dissolutamente scialacquata martedì mattina, ottenuta gridando “Giù le mani!” e spesa sbraitando “Da bere!”, ora in bassa marea come ai piedi della scala, e poco dopo in acque alte come la cima della forca.
FALSTAFF
Perdio, dici proprio giusto, ragazzo… e l’ostessa della taverna non è forse una gran buona donna?
PRINCIPE
Come il miele d’Ibla, mio buon vecchio del castello … e il mio giubbotto di pelle non è forse un gran buon pezzo da galera?
FALSTAFF
Ma che dici, ma che dici, sciocchino? Ancora nei qui pro quo? Che diavolo c’entro io col tuo giubbotto di pelle?
PRINCIPE
E che cavolo c’entro io con l’ostessa della taverna?
FALSTAFF
Be’, le hai chiesto il conto non una volta ma tante.
PRINCIPE
Forse che ho mai chiesto a te di pagare la tua parte?
FALSTAFF
No, quel che è giusto è giusto, hai pagato tutto tu in quel posto.
PRINCIPE
Anche in altri, per quello, fin dove arrivava la mia borsa; e dove non arrivava ho fatto uso del mio credito.
FALSTAFF
Certo, e l’hai usato in tal maniera che se non fosse qui apparente che sei l’erede apparente… Ma senti un po’, monellaccio, ci sarà ancora la forca in Inghilterra quando sarai re? E il coraggio verrà ancora soffocato come oggi dal peso rugginoso della legge, povera vecchia matta? Tu comunque, da re, non impiccare i ladri.
PRINCIPE
D’accordo, li impiccherai tu.
FALSTAFF
Davvero? Che bellezza! Perdio, sarò un giudice provetto.
PRINCIPE
Cominci fin d’ora a giudicare male. Voglio dire che li impiccherai fisicamente, insomma sarai un boia provetto.
FALSTAFF
D’accordo, Hal, d’accordo; del resto mi andrebbe di buon grado quanto starmene a corte, te lo dico io.
PRINCIPE
A corte per ottenere la livrea?
FALSTAFF
Proprio, per ottenere degli abiti: il boia ha un guardaroba non male. Dannazione, sono malinconico come un gatto castrato o un orso aizzato.
PRINCIPE
O un leone malandato, o il liuto di un amante.
FALSTAFF
Proprio, o magari il lagno di una cornamusa di Lincoln.
PRINCIPE
Che ne diresti di una lepre, o della malinconia della fogna di Moor Ditch?
FALSTAFF
Fai davvero dei paragoni maleodoranti, anzi sei il più malizioso, il più offensivo e il più caro dei principini. Però, Hal, ti prego di non turbarmi più con le vanità. Volesse Dio che tu e io sapessimo dove far rifornimento di buona fama. L’altro giorno un vecchio lord del consiglio mi ha rimproverato per strada sul tuo conto, giovanotto, ma io non gli ho badato; eppure parlava molto saggiamente, ma io non l’ho considerato; eppure parlava proprio saggiamente, e per di più per strada.
PRINCIPE
Hai fatto bene, la saggezza grida per le strade, e nessuno la ascolta.
FALSTAFF
Hai un modo diabolico di ripetere la Bibbia, saresti capace di corrompere un santo. Tu mi hai fatto molto male, Hal, Dio ti perdoni! Prima di conoscerti, Hal, non sapevo niente, e ora invece sono, se devo dire la verità, poco meglio di un malvagio. Devo rinunciare a questa vita, e se vuoi saperlo ci rinuncerò! Perdio, se non lo faccio, sono un mascalzone! Non mi farò dannare per nessun figlio di re di tutta la cristianità.
PRINCIPE
Di’ un po’, Jack, dov’è che andiamo a rubare domani?
FALSTAFF
Perdio, dove vuoi, ragazzo mio, io ci sarò. Se no dammi del vigliacco e degradami da cavaliere.
PRINCIPE
Bel miglioramento: dalla preghiera al furto…
FALSTAFF
Che vuoi, Hal, è la mia vocazione, Hal. Non fa peccato chi segue la sua vocazione.
Entra Poins.
Poins! Ora sapremo se Gadshill ha combinato l’affare. Ahimè, se gli uomini dovessero salvarsi col merito, quale fossa dell’inferno sarebbe profonda abbastanza per questo qui? È il farabutto più matricolato che abbia mai gridato “Giù le mani!” a un onest’uomo.
PRINCIPE
Buon giorno, Ned.
POINS
Buon giorno, caro Hal. Che dice messer Rimorso? Che dice Sir John Vino Zuccherato? Ehi, Jack, come vi siete messi d’accordo tu e il diavolo a proposito della tua anima, che gli hai venduto il Venerdì Santo ultimo scorso per un bicchiere di Madera e una coscia di cappone freddo?
PRINCIPE
Sir John mantiene la parola data, il diavolo avrà la sua parte. Non è mai stato il tipo da andar contro ai proverbi. Darà al diavolo ciò che gli spetta.
POINS
Allora te ne vai all’inferno per aver mantenuto la parola data al diavolo.
PRINCIPE
Altrimenti si dannava per averlo ingannato.
POINS
Comunque, ragazzi miei, ragazzi miei, l’appuntamento è per domattina, alle quattro in punto, a Gad’s Hill! Ci sono dei pellegrini diretti a Canterbury con ricche offerte, e dei mercanti che viaggiano alla volta di Londra con borse ben fornite. Ho maschere per tutti; i cavalli li avete voi. Gadshill questa notte la passa a Rochester. Domani sera ho ordinato la cena a Eastcheap. È roba che si può fare a occhi chiusi. Se ci state, avrete un bel po’ di corone in borsa; se no, rimanete pure a casa e impiccatevi!
FALSTAFF
Stammi a sentire, Edward: se sto a casa e rinuncio ad andare, impicco te per essere andato.
POINS
Ne sei sicuro, pappagorgia?
FALSTAFF
E tu, Hal, sarai dei nostri?
PRINCIPE
Chi? Io rubare? Io ladro? Non ci penso nemmeno.
FALSTAFF
In te non c’è né onestà né virtù né amicizia, e non può essere che tu sia di sangue reale se non ti batti per una corona.
PRINCIPE
Be’ allora per una volta farò il matto.
FALSTAFF
Ora sì che parli.
PRINCIPE
Comunque, vada come vada, preferisco starmene a casa.
FALSTAFF
Perdio, giuro che se tu diventi re io divento traditore.
PRINCIPE
Non me ne importa niente.
POINS
Sir John, ti prego, lasciami solo con il Principe. Gli esporrò delle ragioni che lo convinceranno a partecipare all’impresa.
FALSTAFF
Bene, Dio doni a te lo spirito della persuasione, e doni a lui le orecchie del profitto, perché quel che tu dici possa commuovere e quel che egli ode possa essere creduto, affinché il Principe vero possa (tanto per divertimento) dimostrarsi un ladro falso. Infatti le povere mascalzonate dei nostri giorni hanno bisogno di incoraggiamento. Addio, potete trovarmi a Eastcheap.
PRINCIPE
Addio, seconda primavera! Addio, estate di San Martino! [Esce Falstaff.]
POINS
Ordunque, mio buon signore dolce come il miele, domani venite a cavallo con noi. Ho in programma uno scherzo che non posso combinare da solo. Falstaff, Bardolph, Peto e Gadshill deruberanno gli uomini a cui abbiamo preparato l’agguato; voi e io non ci saremo. Quando loro avranno il bottino, se voi e io non glielo portiamo via, staccatemi la testa dalle spalle.
PRINCIPE
Come faremo a separarci da loro alla partenza?
POINS
Facile, basta partire prima o dopo e dargli appuntamento da qualche parte, dove sta a noi non andare. Tenteranno l’impresa da soli, e appena l’avranno compiuta noi gli daremo addosso.
PRINCIPE
Va bene, ma è probabile che ci riconoscano dai cavalli, i vestiti, e tutto il resto.
POINS
Macché! I cavalli non li vedranno, li legherò nel bosco; le maschere le cambieremo dopo averli lasciati; e poi, caro mio, ho da parte delle cappe di grezzo per l’occasione, con cui coprire i vestiti che conoscono.
PRINCIPE
Però ho qualche dubbio che saranno troppi per noi.
POINS
Mah, due di loro so che sono i vigliacchi più perfetti che abbiano mai voltato schiena, quanto al terzo se combatterà più di quanto non gli paia ragionevole rinuncio alle armi. Il bello dello scherzo starà nelle bugie infinite che quel mascalzone panciuto ci racconterà quando ci troveremo a cena: che trenta uomini, almeno, combatterono con lui; e le parate, le botte, i rischi mortali che ha affrontato… E il culmine sarà smentirlo sul più bello.
PRINCIPE
Va bene, ci sto. Procura quanto ci vuole e domani sera aspettami a Eastcheap. Cenerò lì. Addio.
POINS
Addio, signore. Esce.
PRINCIPE
Vi conosco tutti, e per un po’ darò corda
allo spirito ribelle della vostra leggerezza.
Ma in ciò vedrò di imitare il sole,
che consente alle nuvole vili e malvagie
di nascondere al mondo la sua bellezza,
affinché, quando gli aggradi essere se stesso,
essendo desiderato, tanto più desti meraviglia
rompendo per la nebbia vile e laida
e il fumo che pareva strangolarlo.
Se tutto l’anno fosse fatto di vacanze
divertirsi sarebbe noioso come lavorare;
ma le feste rare sono tanto più desiderate,
e nulla piace se non gli eventi insoliti.
Così, quando smetterò la dissipazione
e pagherò il debito che mai ho promesso,
di quanto sono migliore della mia parola,
di tanto smentirò le aspettative di tutti;
come un metallo luminoso su uno sfondo scuro
il mio ravvedimento brillerà sulla mia colpa
e parrà migliore e attrarrà più occhi
di quello che non ha uno sfondo per metterlo in rilievo.
Peccherò in modo da fare un’arte del peccato,
riscattando il tempo quando meno se lo aspettano. Esce.
ATTO PRIMO – SCENA TERZA
Entrano il Re, Northumberland, Worcester, Hotspur, Sir Walter Blunt e altri.
RE
Il mio sangue è stato troppo freddo e temperato,
poco pronto a ribollire per queste offese,
e ve ne siete accorti, infatti per questa ragione
sfidate la mia sopportazione. Ma siate certi
che d’ora in poi sarò piuttosto me stesso,
forte e temibile, prescindendo dal mio carattere,
sin qui liscio come l’olio, soffice come piume,
per cui ha perduto la deferenza e il rispetto
che l’orgoglioso tributa solo all’orgoglioso.
WORCESTER
La nostra casata, maestà, non merita
che la sferza della potenza le si levi sopra:
di una potenza poi che le nostre stesse mani
hanno contribuito a rendere tanto forte.
NORTHUMBERLAND
Signore…
RE
Worcester, vattene, perché vedo
minaccia e disobbedienza nei tuoi occhi.
Signore, siete troppo ardito e imperioso,
e il Re non può certo tollerare
che gli si opponga il viso crucciato d’un sottoposto.
Avete licenza di andare. Se avremo bisogno
di voi e del vostro parere, vi faremo chiamare.
Esce Worcester.
[A Northumberland] Stavate per parlare.
NORTHUMBERLAND
Sì, mio buon signore.
Quei prigionieri da voi mandati a chiedere,
che il nostro Harry Percy prese a Holmedon,
lui dice di non averli negati con violenza
come riferito a vostra maestà.
Perciò è l’invidia o un malinteso
a essere colpevole, non mio figlio.
HOTSPUR
Maestà, non ho negato alcun prigioniero.
Ricordo però che quando la battaglia fu finita,
ed ero assetato per la furia e la fatica,
sfiatato e fiacco, poggiato alla mia spada,
mi arriva un tal signore, lindo e ben vestito,
fresco come uno sposo, e il mento appena rasato
pareva un campo di stoppie a raccolto finito.
Era profumato come un merciaio,
e fra l’indice e il pollice teneva
una boccetta di aromi, che continuamente
portava al naso, e metteva via;
il quale naso, irritato dall’armeggio,
al nuovo arrivo della boccetta tirava su.
Lui intanto continuava a sorridere e parlare;
e quando passavano i soldati coi morti,
gli dava dei cafoni, dei maleducati,
a mettere un brutto cadavere malconcio
fra il vento e sua signoria.
Con molti termini ricercati ed eleganti
mi pose delle domande, fra l’altro chiese
i miei prigionieri a nome di vostra maestà.
Al che io, tutto dolente per le ferite fredde,
importunato da un tale pappagallo,
per il dolore e l’insofferenza
risposi sovrappensiero, non so più cosa…
che andasse, o non andasse… Mi spazientiva
vederlo brillare bel bello, e profumare tanto,
e parlare come una dama di compagnia
di fucili, tamburi e ferite, Dio me ne scampi!
e dirmi che la cosa migliore di tutte
per una ferita interna è lo spermaceti,
e che è un gran male, proprio,
che quel maledetto salnitro venga estratto
dalle interiora della terra innocua,
a distruggere molti giovani gagliardi
vigliaccamente; non fosse per quei cannoni dannati
anche lui si sarebbe fatto soldato.
A queste chiacchiere vuote e sconnesse
risposi senza badare, come ho detto,
e vi prego, signore, che la sua relazione
non abbia valore di accusa
nei rapporti fra la mia lealtà e il mio Re.
BLUNT
Viste le circostanze, buon signore,
tutto ciò che Lord Harry Percy ha detto
a una tale persona, in un tal luogo,
e a tal ora, con tutto il resto che vien riferito,
può a ragione essere ignorato, e non tornare
a metterlo nel torto, o in qualche modo screditare
quel che egli disse, purché ora lo ritiri.
RE
Eppure continua a negarmi i prigionieri,
se non con la clausola ed eccezione
che noi a nostre spese riscattiamo subito
suo cognato, lo stolto Mortimer;
il quale, giuro, ha volutamente esposto
le vite degli uomini che condusse in battaglia
contro quello stregone dannato, Glendower,
la cui figlia, a quanto si dice, il Conte di March
ha da poco sposato. Forse che i nostri forzieri
dovrebbero svuotarsi per riscattare un traditore?
Pagheremo il tradimento? Verremo a patti con i pavidi
quando hanno perduto e si sono venduti?
No, muoia pure sulle montagne brulle!
Infatti non avrò mai per amico colui
che mi chiederà anche un solo soldo
per riportare a casa il traditore Mortimer.
HOTSPUR
Il traditore Mortimer?
Ma se non defezionò, sovrana maestà,
che per sorte di guerra. A dimostrarlo
basterebbe una lingua per ogni ferita,
ogni bocca di ferita, riportata da quel valoroso
quando sull’argine erboso della gentile Severn
in singolare tenzone, corpo a corpo,
egli spese quasi tutta un’ora
nel gareggiare in valore col grande Glendower.
Tre volte presero fiato, di comune accordo,
tre volte si dissetarono alla Severn veloce,
la quale, turbata dal loro aspetto insanguinato,
corse impaurita fra i giunchi tremolanti
e nascose la testa ricciuta nell’ansa della sponda,
macchiata del sangue dei valorosi combattenti.
Mai astuzia malvagia e maledetta ha nascosto
le sue trame con ferite tanto tremende,
e mai avrebbe potuto il nobile Mortimer
riceverne tante, di sua volontà.
Non lo si calunni dunque come traditore.
RE
Non dici il vero di lui, Percy, non dici il vero!
Non si è mai scontrato con Glendower.
Ti dico che avrebbe attaccato il diavolo da solo
piuttosto che affrontare Owen Glendower da nemico.
Non hai vergogna? Ma, uomo, d’ora in poi
non farmi più parola di Mortimer.
Mandami i tuoi prigionieri nel modo più rapido
o avrai da me notizie di tal fatta
che te ne pentirai. Lord Northumberland,
avete licenza di partire con vostro figlio.
Mandateci i vostri prigionieri, o le sentirete.
Escono il Re [, Blunt e la corte.]
HOTSPUR
Venisse pure il diavolo a chiederli ringhiando
non li mando. Ora gli vado dietro
e glielo dico. Voglio sfogarmi,
mi costasse la testa.
NORTHUMBERLAND
Di’ un po’, sei ubriaco di collera?
Aspetta un attimo. Ecco qui tuo zio.
Entra Worcester.
HOTSPUR
Non parlare di Mortimer?
Perdio, ne parlerò e come! Mi danno
l’anima pur di mettermi con lui!
Sì, per sua causa sono pronto a svenarmi,
a spargere il sangue goccia a goccia nella polvere,
ma voglio sollevare l’umiliato Mortimer
in alto quanto questo ingrato Re,
questo sconoscente e corrotto Bolingbroke.
NORTHUMBERLAND
Fratello, il Re ha infuriato tuo nipote.
WORCESTER
Com’è sorto il litigio durante la mia assenza?
HOTSPUR
Vuole avere tutti i miei prigionieri, perdio,
e quando gli chiesi ancora di pagare il riscatto
di mio cognato, eccolo impallidire
e guardarmi con la morte negli occhi,
tremante al solo nome di Mortimer.
WORCESTER
Nulla di strano. Forse che Riccardo, il Re morto,
non lo proclamò suo parente più prossimo?
NORTHUMBERLAND
Così fu; udii il proclama.
Fu proprio quando l’infelice Re
(Dio ci perdoni i torti contro lui!)
partì per la spedizione in Irlanda,
da cui, ostacolato, ritornò
per essere deposto, e in breve assassinato.
WORCESTER
E per questa morte in bocca di tutti
noi siamo calunniati e vilipesi.
HOTSPUR
Ma aspettate: Re Riccardo proclamò
allora mio cognato Edmund Mortimer
erede alla corona?
NORTHUMBERLAND
Certo, lo udii io stesso.
HOTSPUR
Allora non posso dar torto al Re suo cugino
che vorrebbe morisse di fame sui monti brulli.
Ma come può essere che voi, che poneste la corona
sul capo di questo uomo dalla memoria corta,
e che per causa sua vi siete macchiati della fama
di macchinatori di assassinii… come può essere
che voi vi prendiate tutte le maledizioni
in quanto agenti e vili strumenti,
cappio, scala, o piuttosto boia?
Ahimè, perdonate se scendo tanto in basso
per farvi vedere la condizione e categoria
in cui state per causa di questo astuto Re.
Si dirà dunque a vostra vergogna ai nostri giorni,
o riempirà le cronache future,
che uomini nobili e potenti come voi
si legarono tutt’e due a una causa ingiusta
(come entrambi, Dio lo perdoni, avete fatto)
per schiacciare Riccardo, rosa bella e odorosa,
e piantare questo rovo, questo marcio Bolingbroke?
E si dirà inoltre, a vostra maggior vergogna,
che siete ingannati, messi da parte e cacciati
da quello per cui avete subito tanta vergogna?
No, c’è ancora tempo per riscattare
i vostri onori esiliati, e riguadagnarvi
la buona considerazione del mondo;
vendicare il disprezzo e le contumelie
di questo Re orgoglioso, che giorno e notte medita
di ripagare il debito che vi deve
col compenso sanguinoso della vostra morte.
Dunque vi dico…
WORCESTER
Basta, nipote, non dire altro,
ora infatti aprirò un libro segreto
e al tuo scontento dall’acuto intendimento
leggerò cose profonde e pericolose,
piene di rischio e spirito ardito
come passare su una corrente scrosciante
sul ponte incerto fatto da una lancia.
HOTSPUR
Chi cade, nuoti o anneghi, buonanotte!
Benvenuto il pericolo da oriente e occidente,
purché l’onore l’incroci da nord e sud,
e vengano alle mani. Ah, il sangue più freme
a stanare un leone che a levare una lepre!
NORTHUMBERLAND
La fantasia di qualche grande impresa
lo spinge fuori dai limiti della pazienza.
HOTSPUR
Perdio, mi sembra che sarebbe un balzo da niente
strappare il chiaro onore dal viso smorto della luna,
oppure tuffarsi fin nel fondo del mare
dove nessuno scandaglio è mai arrivato,
e afferrare l’onore annegato per i riccioli,
purché colui che lo riscatta possa indossare
senza nessun compagno tutte le sue insegne;
e basta con queste compartecipazioni!
WORCESTER
Sembra che veda un mondo di figure,
ma non il progetto al quale dovrebbe mirare.
Caro nipote, ascoltami un momento.
HOTSPUR
Vi chiedo scusa.
WORCESTER
Quei nobili scozzesi
tuoi prigionieri…
HOTSPUR
Li tengo tutti!
Perdio, non ne avrà nemmeno uno!
Nemmeno se uno scozzese gli salvasse l’anima.
Giuro che li tengo!
WORCESTER
Tu ti impenni
e non presti orecchio a quel che dico.
I tuoi prigionieri li terrai.
HOTSPUR
Certo che li tengo, questo è chiaro!
Ha detto che non riscatta Mortimer,
mi ha proibito di parlargli di Mortimer,
io però lo troverò quando dorme
e nell’orecchio gli griderò “Mortimer!”.
Anzi, avrò uno storno ammaestrato che dirà
solo “Mortimer”, e glielo regalerò
per tener sempre desta la sua rabbia.
WORCESTER
Lasciami dire, nipote, una parola.
HOTSPUR
Da oggi rinuncio a ogni proposito
che non sia di irritare e stuzzicare Bolingbroke.
Quanto poi a quello spadaccino del Principe di Galles:
non sapessi che il padre lo detesta
e sarebbe contento se gli capitasse un guaio,
lo farei avvelenare con un bicchiere di birra.
WORCESTER
Arrivederci, parente. Ti parlerò
quando sarai di umore più adatto ad ascoltarmi.
NORTHUMBERLAND
Via! Sei uno sciocco morso da una vespa
a lasciarti andare a questo umore da donnetta,
prestando orecchio solo alla tua lingua!
HOTSPUR
Ma il fatto è che mi sento preso a frustate,
che mi sento orticato e punto da formiche
al nome di questo vile politicante, Bolingbroke.
Ai tempi di Riccardo, come si chiamava quel posto?
diavolo! era nel Gloucestershire,
dove stava quello stravagante di suo zio,
il Duca di York, là per la prima volta mi inginocchiai
a questo Re dei sorrisi, questo Bolingbroke,
sangue di Cristo! quando lui e voi tornaste da Ravenspurgh…
NORTHUMBERLAND
Al Castello di Berkeley.
HOTSPUR
Dici bene.
Ma che bel po’ di gentilezze zuccherate
mi fece allora questo levriero adulatore.
“Quando la sua fortuna bambina maturerà…”
e “caro Harry Percy”, e “buon cugino”…
Che il diavolo si prenda tali impostori. – Scusate!
Caro zio, parlate pure, io ho finito.
WORCESTER
Ma no, se ne hai ancora, ricomincia pure.
Aspetteremo il tuo comodo.
HOTSPUR
Giuro che ho finito.
WORCESTER
Torniamo allora ai prigionieri scozzesi.
Lasciali liberi subito senza riscatto,
e fai del figlio di Douglas il mezzo principale
per assicurarti forze in Scozia, cosa che per varie ragioni
che ti dirò per lettera, stai certo
otterrai facilmente.
[A Northumberland]
Voi, signore,
mentre vostro figlio è in Scozia per questi affari,
vi insinuerete segretamente nell’affetto
del beneamato prelato, l’arcivescovo.
HOTSPUR
Quello di York, è vero?
WORCESTER
Giusto. Male sopporta
la morte a Bristol del fratello, Lord Scroop.
Questo non lo dico per congettura
come cosa che penso possa essere, ma so
che viene meditata, tramata e predisposta,
e aspetta solo di vedere il volto
dell’occasione per venire alla luce.
HOTSPUR
Lo fiuto. Per la mia vita, andrà bene.
NORTHUMBERLAND
Liberi sempre i cani prima di levare la selvaggina.
HOTSPUR
Ma come, non può essere che un nobile complotto.
E poi le forze della Scozia e di York
si uniscono a Mortimer, eh?
WORCESTER
Così faranno,
HOTSPUR
Davvero un piano eccellente, in fede mia.
WORCESTER
Inoltre non è piccola la causa che ci spinge
a salvare la testa alzando la testa:
per quanto ci comportiamo prudentemente
il Re si sentirà sempre nostro debitore
e penserà che ci pensiamo insoddisfatti,
finché non ci avrà pagato una volta per tutte.
E vedi già come comincia a escluderci
dai suoi sguardi di affetto.
HOTSPUR
Proprio così, proprio così! Ma ci rifaremo.
WORCESTER
Nipote, addio. Non fare altri passi
se non quelli che ti dirò per lettera.
Al momento giusto, che verrà presto,
andrò da Glendower e Lord Mortimer,
dove tu, Douglas e il nostro esercito, tutti
s’incontreranno secondo il mio programma,
per prendere nelle nostre forti braccia la nostra sorte,
che ora teniamo in modo assai incerto.
NORTHUMBERLAND
Addio, fratello. Avremo fortuna, spero.
HOTSPUR
Addio, zio. Breve sia l’intervallo finché
battaglie, botte e grida applaudano il nostro gioco!
Escono.
Enrico IV – Parte I
(“Henry IV, part 1” – 1597)
Introduzione – Riassunto
Atto I
Atto II
Atto III
Atto IV
Atto V