(“The Taming of the Shrew” 1590 – 1593)
Introduzione – Trama
Prologo
Atto I
Atto II
Atto III
Atto IV
Atto V
Introduzione al teatro di Shakespeare
Elenco opere teatrali
Personaggi
Prologo
CHRISTOPHER SLY, calderaio
Ostessa
Un Signore
Paggio, Cacciatori e Servi al seguito del Signore
Una compagnia di attori
La bisbetica domata
BATTISTA MINOLA, ricco cittadino di Padova
CATERINA, la bisbetica, figlia maggiore di Battista
PETRUCCIO, gentiluomo di Verona, corteggiatore di Caterina
GRUMIO, servo personale di Petruccio
CURZIO, capo-servitore di Petruccio nella casa di campagna
NATANIELE, servo di Petruccio
FILIPPO, servo di Petruccio
Un Sarto, Un Merciaio
GIUSEPPE, servo di Petruccio
NICOLA, servo di Petruccio
PIETRO, servo di Petruccio
BIANCA, figlia minore di Battista
GREMIO, vecchio e abbiente cittadino di Padova, pretendente di Bianca
ORTENSIO, gentiluomo di Padova, pretendente di Bianca
LUCENZIO, gentiluomo di Pisa, pretendente di Bianca
TRANIO, servo personale di Lucenzio
BIONDELLO, servo di Lucenzio
VINCENZO, ricco cittadino di Pisa, padre di Lucenzio
Un Pedante di Mantova
Una Vedova
Servi al seguito di Battista.
PROLOGO – Scena PRIMA
Entrano Christopher Sly e l’Ostessa.
SLY
Ti faccio fuori, parola.
OSTESSA
I ceppi, per te, manigoldo!
SLY
Donnaccia, gli Sly non sono manigoldi. Guarda nelle Cronache, siamo venuti con Riccardo Conquistatore. Perciò paucas pallabris, lascia che il mondo giri. Sciò!
OSTESSA
Non vuoi pagarmi i bicchieri che hai rotto?
SLY
No, neanche un soldo. Dai, dai, San Geronimo, vatti a scaldare nel tuo letto freddo.
OSTESSA
Conosco il rimedio, vado a chiamare l’appuntato.
[Esce.]
SLY
Appuntato, spuntato o strapuntato, gli risponderò a termini di legge. Non mi sposterò di un dito, to’! Se viene, benvenuto. Si addormenta.
Corni da caccia. Entrano un Signore di ritorno da una battuta, con il suo Seguito.
SIGNORE
Capocaccia, ti raccomando, bada bene ai cani.
Fa’ rifiatare Merriman, povera bestia, è esausta,
e metti Clowder con la bracca che abbaia roca.
Hai visto com’è stato bravo Silver, ragazzo,
all’angolo della siepe, quando s’era perso l’usta?
Quel cane non lo darei via per venti sterline.
PRIMO CACCIATORE
Be’, Belman vale quanto lui, signore.
Ha abbaiato quando la traccia era proprio persa,
e due volte oggi ha fiutato un minimo sentore.
Io lo valuto più dell’altro, fidatevi di me.
SIGNORE
Sei scemo. Se Echo fosse svelto come lui,
lo stimerei pari a una dozzina di loro.
Ma nutrili bene e controllali tutti.
Domani voglio fare un’altra battuta.
PRIMO CACCIATORE
Sì, signore.
SIGNORE
Chi c’è qui? Morto o ubriaco? Guarda se respira.
SECONDO CACCIATORE
Respira, signore. Non fosse scaldato di birra
sarebbe un letto freddo su cui dormir così.
SIGNORE
Oh, bestia immonda, steso per terra come un porco!
Morte tetra, com’è brutta e ripugnante la tua immagine!
Signori, voglio fare uno scherzo a questo ubriaco.
Che ne direste se lo portassimo a letto
con lenzuola profumate, anelli al dito,
dei rinfreschi imbanditi al capezzale,
e servi in livrea pronti quando si sveglia;
il pezzente non perderebbe la testa?
PRIMO CACCIATORE
Non avrebbe scelta, credetemi, signore.
SECONDO CACCIATORE
Quando si sveglierà gli parrà impossibile.
SIGNORE
Come un sogno allettante o un’evanescente fantasia.
Tiratelo su, e organizzate bene lo scherzo.
Portatelo pian piano nella mia stanza più bella,
e abbia intorno tutti i miei quadri più lascivi.
Versategli sul capo sozzo tepide acque balsamiche
e bruciate legno aromatico per profumar l’ambiente.
Procurate che quando si sveglia ci sia musica
che dia un suono melodioso e celestiale.
E se parla, state subito pronti a dire,
con un profondo inchino deferente,
“Che cosa comanda Vostra signoria?”
Che uno gli porga un bacile d’argento
colmo d’acqua di rose e cosparso di fiori,
un altro la brocca, un terzo la salvietta,
e dica;”Vossignoria vuol rinfrescarsi le mani?”
Qualcuno sia pronto con un abito lussuoso,
e gli chieda che vestito vuole mettersi.
Un altro gli parli dei suoi cani e cavalli,
e della sua signora, afflitta pel suo male.
Persuadetelo che era in preda alla follia,
e se dice che gli par di sì, dite che sogna,
perché non è altri che un potente signore.
Fate così, e con tatto, amici miei.
Sarà un passatempo fuor dell’ordinario,
se condotto con mano leggera.
PRIMO CACCIATORE
Signore,
vi assicuro che faremo la nostra parte
con tanta diligenza, che crederà
di essere proprio quel che gli diremo.
SIGNORE
Alzatelo piano e portatelo a letto,
e ciascuno al suo compito, quando si sveglia.
[Sly viene portato fuori.] Suon di trombe.
Ehi, tu, va’ a vedere perché suonano… [Esce il Servo.]
Magari è un nobile gentiluomo in viaggio
che vuol fermarsi qui.
Entra il Servo.
Ebbene Chi è?
SERVO
Con licenza di Vossignoria,
comici che offrono i loro servigi.
SIGNORE
Fateli entrare.
Entrano gli Attori.
Benvenuti, amici.
ATTORI
Ringraziamo Vossignoria.
SIGNORE
Volete restare da me questa notte?
PRIMO ATTORE
Se Vossignoria si degna di accettare i nostri servigi.
SIGNORE
Di tutto cuore. Questo qui me lo ricordo,
una volta recitò il primogenito d’un fittavolo…
corteggiavi così bene la gentildonna.
Non ricordo il tuo nome, ma certo quella parte
era adatta a te, e recitata con naturalezza.
SECONDO ATTORE
Credo che Vossignoria intenda Soto.
SIGNORE
Già, è vero, la facevi benissimo.
Bene, capitate proprio a proposito,
tanto più che ho per le mani uno scherzo
nel quale la vostra arte può essermi d’aiuto.
C’è un signore che stasera vuol vedervi recitare;
ma non so se fidarmi del vostro ritegno,
ché occhieggiando il suo contegno balzano –
finora Sua signoria non ha mai visto una commedia –
non vi prenda uno scoppio di risa
e l’offendiate; perché vi avverto,
se solo sorridete, quello va in bestia.
PRIMO ATTORE
Non temete, signore, sapremo contenerci,
fosse il più scatenato stravagante del mondo.
SIGNORE
Va’, messere, portali nella dispensa,
e da’ a tutti un amichevole benvenuto.
Non gli manchi nulla di quanto offre la casa.
Esce uno con gli Attori.
Tu, messere, va’ dal mio paggio Bartholomew
e fallo vestire di tutto punto come una dama.
Fatto questo, conducilo alla stanza dell’ubriaco
e chiamalo “signora”, rendendogli omaggio.
Digli da parte mia, se gli preme il mio affetto,
di comportarsi con lo stesso nobile contegno
che ha visto tenere dalle gentildonne
nei riguardi dei loro mariti. Tal deferenza
mostri all’ubriacone, con dolci paroline
e profondi inchini, dicendo”Cosa comanda
Vossignoria, col che la vostra signora
e umile sposa possa compiacervi e dimostrare
il proprio amore?” E poi con teneri abbracci,
baci tentatori, reclinando il capo sul suo petto,
digli di versar lacrime sopraffatto dalla gioia
nel veder rinsavito il suo nobile signore,
che per sette anni. si è creduto null’altro
che un misero e ripugnante pezzente.
E se il giovane non ha il dono femminile
di versare una pioggia di lacrime a comando,
una cipolla servirà a questo scopo,
che avvolta di nascosto in un fazzoletto
sarà giocoforza gli inondi gli occhi.
Fallo eseguire con la massima urgenza,
fra poco ti darò altre istruzioni. Esce un Servo.
So che il ragazzo sfoggerà la grazia,
la voce, il passo e i modi di una signora.
Non vedo l’ora di sentirlo chiamare “marito”
l’ubriacone, e i miei uomini soffocare le risa
rendendo omaggio a quest’umile bifolco.
Vado a istruirli. Magari la mia presenza
servirà a contenere gli eccessi d’allegria
che altrimenti passerebbero il segno. [Escono.]
prologo – Scena seconda
Entrano in alto Sly, col Seguito; alcuni con abiti, bacile e brocca, e altri oggetti; e il Signore
SLY
Per amor di Dio, una birretta.
PRIMO SERVO
Vossignoria vorrebbe una coppa di vin di Spagna?
SECONDO SERVO
Vostra eccellenza vuol gustare delle confetture?
TERZO SERVO
Che abito vuole indossare oggi Vostro onore?
SLY
Io sono Christophero Sly, non chiamatemi”Vostro onore” o “Vossignoria”. Mai bevuto vin di Spagna in vita mia. E se mi date confetture, datemele di manzo. Mai chiedermi che abito metterò, perché ho tanti farsetti quante schiene, tante calze quante gambe e tante scarpe quanti piedi – anzi, talvolta più piedi che scarpe, o scarpe che le dita spuntano dalla tomaia.
SIGNORE
Il cielo liberi Vossignoria di questa ubbia!
Oh, che un potente di sì alto lignaggio,
con un tal patrimonio e di tal reputazione,
sia invaso da uno spirito così maligno!
SLY
Cosa, volete farmi ammattire? Non sono Christopher Sly, figlio del vecchio Sly di Burton Heath, di nascita straccivendolo, di mestiere cardaiuolo, per trasmutazione guardiano d’orsi da circo, e adesso di professione calderaio? Chiedete a Marian Hacket, la birraia cicciona di Wincot, se non mi conosce. Se dice che non mi ha marcato a debito quattordici pence di birretta, marcatemi come il furfante più bugiardo della Cristianità. [Un Servo gli porta un boccale di birra.] Cosa! mica sono uscito di senno. Ecco…
TERZO SERVO [Beve.]
Oh, è questo che fa piangere la vostra signora.
SECONDO SERVO
Oh, è questo che fa languire i vostri servi.
SIGNORE
Ecco perché i vostri parenti evitano la vostra casa,
come scacciati dalla vostra singolare follia.
O nobile signore, rammentati della tua nascita,
richiama i tuoi antichi pensieri dal bando,
e bandisci invece questi vili e abbietti sogni.
Guarda come i tuoi servi ti accudiscono,
ciascuno al suo compito, pronti ad un tuo cenno.
Vuoi della musica? Ascolta, Apollo suona, Musica.
e venti usignoli in gabbia cantano.
O vuoi dormire? Ti condurremo a un giaciglio
più morbido e dolce del voluttuoso letto
preparato allo scopo per Semiramide.
Se vuoi camminare, spargeremo stuoie per terra.
O vuoi cavalcare? Barderemo i tuoi cavalli
coi finimenti incastonati d’oro e di perle.
Ti piace falconare? Hai falconi che s’impennano
sovra l’allodola mattutina. O vuoi cacciare?
I tuoi segugi faranno risonare il firmamento
ed echeggiare di latrati la terra cava.
PRIMO SERVO
Se vuoi cacciare la lepre, i tuoi levrieri
sono veloci come i cervi dal fiato lungo,
più svelti del capriolo.
SECONDO SERVO
Ti piacciono i quadri?
Ti porteremo subito Adone dipinto
presso ad un ruscello, e Citera nascosta
nei falaschi, che sembrano muoversi
e palpitare al suo respiro, così come
quando ondeggiando scherzano col vento.
SIGNORE
Ti mostreremo Io quand’era vergine
e come venne allettata e sorpresa,
vividamente dipinta come se fosse vero.
TERZO SERVO
O Dafne che vaga in una selva spinosa
graffiandosi le gambe che si giurerebbe sanguini,
e a quella vista Apollo triste piangerà,
con tanta maestria sono ritratti sangue e lacrime.
SIGNORE
Tu sei un signore, nient’altri che un signore.
Tu hai una moglie assai più bella
d’ogni donna in quest’epoca in declino.
PRIMO SERVO
E prima che le lacrime per te versate
come fiotti invidiosi le inondassero il bel viso,
era la creatura più leggiadra del mondo;
ed è ancora non inferiore a nessuna.
SLY
Sono un signore, con una dama così?
O sogno? O ho sognato fino adesso?
Non dormo. Vedo, sento, parlo. Fiuto
soavi profumi e tocco cose morbide.
Per la mia vita, sono davvero un signore,
e non un calderaio o Christophero Sly.
Bene, portatemi quivi al mio cospetto
la mia signora, e un’altra birretta.
SECONDO SERVO
Vostra potestà desidera lavarsi le mani?
Oh, che gioia vedervi restituita la ragione,
e che sappiate di nuovo quel che siete!
Da quindici anni siete stato in un sogno,
o anche da sveglio sembrava che dormiste.
SLY
Da quindici anni! Affè mia, bel sonnellino.
Ma non ho mai parlato tutto questo tempo?
PRIMO SERVO
Oh sì, signore, ma vaneggiavate;
pur essendo in questa bella stanza
dicevate che vi avevano buttato in strada
sbraitando contro l’ostessa della taverna,
e dicendo che l’avreste tratta in giudizio
perché vi dava brocche di terraglia
e non quarti col sigillo. Altre volte
chiamavate a gran voce Cicely Hacket.
SLY
Ah sì, la cameriera dell’osteria.
TERZO SERVO
Ma signore, voi non conoscete l’osteria
o la cameriera, né gli uomini che nominavate,
come Stephen Sly e il vecchio John Naps di Greete,
oppure Peter Turph e Henry Pimpernell,
né altri venti tipi e nomi come questi,
mai esistiti o che nessuno ha mai visto.
SLY
Dio sia ringraziato per la mia guarigione.
TUTTI
Amen.
Entra [il Paggio vestito da] signora col Seguito. [Uno dà a Sly un boccale di birra.]
SLY
Ti ringrazio, non ci rimetterai.
PAGGIO
Come se la passa il mio nobile Signore?
SLY
Santo cielo, bene, perché c’è ogni ben di Dio.
Dov’è mia moglie?
PAGGIO
Qui, nobile signore, che vuoi da lei?
SLY
Sei mia moglie, e non mi chiami marito?
I servi mi chiameranno “signore”, io son tuo sposo.
PAGGIO
Mio marito e mio signore, mio signore e marito;
sono tua moglie in tutta obbedienza.
SLY
Lo so bene. Cosa devo chiamarla io?
SIGNORE
“Madama”.
SLY
“Madama Alice” o “Madama Joan”?
SIGNORE
“Madama” e basta, così fra dame e gentiluomini.
SLY
Madama moglie, dicono che ho sognato
e dormito per quindici anni o anche più.
PAGGIO
Sì, e a me sembrano trenta, bandita
per tutto questo tempo dal vostro letto.
SLY
È tanto. Servi, lasciate me e lei soli. [Escono i Servi.]
Signora, spogliatevi e venite a letto.
PAGGIO
Tre volte nobile signore, vi supplico
di esentarmi ancora per una notte o due;
o almeno finché il sole non tramonti.
I vostri medici hanno ingiunto espressamente,
per paura d’una ricaduta nella vecchia malattia,
che mi assenti ancora un po’ dal vostro letto.
Spero che il motivo si erga a buon diritto.
SLY
Sì, si erge così dritto che quasi non resisto più. Ma non mi va di ricadere ancora nei miei sogni. Perciò aspetterò, nonostante la carne e il sangue.
Entra un Messo.
MESSO
I comici di Vossignoria, saputo della guarigione,
sono venuti a recitare un’allegra commedia.
I vostri medici lo trovano molto opportuno,
visto che troppa mestizia vi ha raggelato il sangue,
e la malinconia fa da nutrice alla follia.
Perciò ritengono vi farà bene sentire una recita
e disporre la mente a letizia e allegria,
che scacciano mille mali e allungano la vita.
SLY
Sì, diamine. Che recitino. La comodia non è un trescone natalizio o un numero da saltimbanchi?
PAGGIO
No, mio buon signore, è roba più piacevole.
SLY
Cosa, roba da mangiare?
PAGGIO
È una specie di storia.
SLY
Bene, la guarderemo. Vieni, madama moglie,
siediti vicino a me; che il mondo giri,
tanto noi non saremo mai più giovani.
La bisbetica domata
(“The Taming of the Shrew” 1590 – 1593)
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