(“King Lear” – 1605 – 1606)
Introduzione – Riassunto
Atto I
Atto II
Atto III
Atto IV
Atto V
Introduzione al teatro di Shakespeare
Elenco opere teatrali
ATTO QUINTO – SCENA PRIMA
(Il campo inglese vicino Dover.)
Entrano, con tamburi e stendardi, Edmund, Regan, ufficiali, soldati e altri.
EDMUND
Chiedete al Duca se la sua ultima decisione
regge, o se da allora qualcosa lo ha indotto
a mutare i suoi programmi; è pieno di ripensamenti
e di accuse a se stesso. Fatemi sapere
che cosa ha stabilito. (Ad un ufficiale, che esce.)
REGAN
All’uomo di mia sorella è successo qualcosa.
EDMUND
C’è da sospettarlo, signora.
REGAN
Ora, dolce signore, conoscete
il bene che m’aspetto per voi. Ditemi –
ma veramente, voglio solo la verità –
amate mia sorella?
EDMUND
D’un affetto rispettoso.
REGAN
Non siete stato nel posto proibito
che spetta a mio cognato?
EDMUND
Questo pensiero vi fa torto.
REGAN
Dubito che vi siate congiunto a lei,
e l’abbiate conosciuta nel suo profondo.
EDMUND
No, sul mio onore, no, signora.
REGAN
Non lo sopporterò; mio caro signore,
non siate intimo con lei.
EDMUND
Non temete. Eccola, col Duca suo marito.
Entrano, con tamburi e stendardi, Albany, Goneril e soldati.
GONERIL (a parte.)
Preferirei perdere la battaglia piuttosto
che quella mia sorella mi sciolga da lui.
ALBANY
Amatissima sorella, ben trovata.
Signore, ho udito che il Re è venuto
da sua figlia, con altri che il nostro stato,
nel suo rigore, ha costretto a fuggire.
Quando non sono giusto, io non sono
capace di lottare. Questa faccenda ci tocca
perché la Francia invade la nostra terra
non perché sostiene il Re e altri
che a noi s’oppongono, temo, per ragioni
giuste e gravi.
EDMUND
Parlate nobilmente, signore.
REGAN
Perché ragionarne?
GONERIL
Mettetevi insieme contro il nemico.
Questi dissidi particolari e domestici
non sono il problema.
ALBANY
Decidiamo dunque la nostra condotta
con gli esperti della guerra.
EDMUND
Sarò subito nella vostra tenda.
REGAN
Vieni con noi, sorella?
GONERIL
No.
REGAN
È opportuno. Ti prego, vieni con noi.
GONERIL (a parte.)
Eh, ho capito l’antifona – vado.
Mentre escono, entra Edgar, travestito.
EDGAR
Se mai Vostra Grazia ha dato udienza a un uomo
così povero, ascoltate una parola.
ALBANY
Vi raggiungo. (Escono Edmund, Regan, Goneril, ufficiali, soldati e servi.)
Parla.
EDGAR
Prima di combattere la battaglia, leggete
questa lettera. Se vincerete, fate
squillare la tromba per chiamare chi ve l’ha data.
Pur con quest’aspetto miserabile, posso
produrre un campione che dimostrerà
quello che vi si dice. Se sarete sconfitto,
il vostro rapporto col mondo sarà chiuso
e finita ogni macchinazione. Buona fortuna.
ALBANY
Rimani finché abbia letto la lettera.
EDGAR
Non posso. Quando sarà il momento,
l’araldo faccia l’annuncio e io riapparirò.
ALBANY
Addio, allora. Leggerò il tuo foglio. (Esce Edgar.)
Rientra Edmund.
EDMUND
Il nemico è in vista. Schierate le vostre forze.
Ecco la stima della sua consistenza
in base a controlli accurati. Ma ora
dovete far presto.
ALBANY
Ci affretteremo. (Esce.)
EDMUND
A entrambe queste sorelle ho giurato il mio amore.
Ciascuna diffida dell’altra, come
chi è stato morso diffida della vipera.
Quale delle due debbo prendere? Entrambe?
Una? O nessuna delle due? Non posso
avere nessuna delle due se entrambe
rimangono vive. Prendere la vedova
esaspera fino a farla impazzire sua sorella
Goneril, e finché vive suo marito non potrò
prendermi quest’altra. Per ora, dunque,
useremo l’autorità di lui per la battaglia;
dopo, quella che se ne vuole liberare
escogiti il modo per liquidarlo alla svelta.
Quanto alla misericordia che lui intende mostrare
per Lear e per Cordelia, finita la battaglia,
e loro nelle nostre mani, mai
vedranno la sua grazia, perché a me spetta
difendere il mio stato, non cavillarci sopra. (Esce.)
ATTO QUINTO – SCENA SECONDA
(Pianura tra i due campi.)
Trombe dall’interno. Entrano, con tamburi e stendardi, Lear, Cordelia e le loro forze; poi escono.
Entrano Edgar e Gloucester.
EDGAR
Qui, padre, prendete l’ombra
di quest’albero come un ospite benigno.
Pregate che possa vincere il diritto. Se mai
tornerò da voi, vi porterò conforto.
GLOUCESTER
La grazia divina vi accompagni, signore! (Esce Edgar.)
Trombe; poi squilli di ritirata. Rientra Edgar.
EDGAR
Via, vecchio! Dammi la mano: via!
Re Lear ha perso: lui e sua figlia
sono prigionieri. Dammi la mano, vieni.
GLOUCESTER
Basta, signore: si può marcire anche qui.
EDGAR
Cosa? Ancora cattivi pensieri?
Gli uomini debbono sopportare
l’uscita da qui come la loro entrata.
Esser maturi è tutto. Vieni.
GLOUCESTER
Anche questo è vero. (Escono.)
ATTO QUINTO – SCENA TERZA
(Campo inglese vicino Dover.)
Entrano vincitori, con tamburi e stendardi, Edmund, con Lear e Cordelia prigionieri, ufficiali, soldati ecc.
EDMUND
Qualcuno degli ufficiali li porti via.
Si faccia buona guardia, finché
non siano conosciute le decisioni di coloro
che debbono giudicarli.
CORDELIA
Non siamo i primi che con le intenzioni migliori
hanno sofferto il peggio; sono infelice per te,
Re oppresso; in quanto a me
saprei affrontare il cipiglio della falsa Fortuna.
Non vedremo queste figlie, queste sorelle?
LEAR
No, no, no, no! Vieni,
andiamo in prigione. Noi due da soli canteremo
come uccelli in gabbia; quando tu chiederai
la mia benedizione, io cadrò in ginocchio
e chiederò il tuo perdono; così vivremo
e pregheremo e canteremo e ci racconteremo
antiche storie, e rideremo delle farfalle
dorate, e ascolteremo poveri malviventi
parlare delle novità della corte; e anche noi
parleremo con loro – di chi perde e di chi vince,
di chi è dentro e di chi è fuori – e prenderemo su di noi
il mistero delle cose come se fossimo
le spie degli Dei; e tra i muri di una prigione
vedremo consumarsi partiti e sette
di potenti, che s’alzano e s’abbassano come
la marea sotto l’influsso della luna.
EDMUND
Portateli via.
LEAR
Su simili sacrifici, mia Cordelia,
gettano incenso gli stessi Dei.
Ti ho presa? Chi ci separa dovrà
portarsi un tizzone dal cielo e col fuoco
scacciarci da qui come volpi. Asciuga
i tuoi occhi; li divoreranno i malanni,
carne e tutto, prima che ci facciano
piangere. Li vedremo morire di fame,
prima. Vieni. (Escono Lear e Cordelia, sotto scorta.)
EDMUND
Vieni qui, capitano. Ascolta.
Prendi questo foglio; (Dandogli un foglio.) seguili alla prigione.
Un passo avanti te l’ho fatto fare;
se agirai secondo le istruzioni, ti aprirai la strada
a nobili fortune. Sappi questo,
che gli uomini sono com’è il tempo; alla spada,
non s’addice esser teneri; il tuo grande lavoro
non ammette domande. Di’ che lo farai
o cerca la tua fortuna in altro modo.
UFFICIALE
Lo farò, mio signore.
EDMUND
All’opera. E quando avrai finito
ti dirai fortunato. Attento, io dico
“all’istante”, e tutto va eseguito
come ho scritto qui.
UFFICIALE
Non posso tirare la carretta né mangiare
bacche secche. Se è lavoro da uomo, lo farò. (Esce.)
Fanfara. Entrano Albany, Goneril, Regan, ufficiali e soldati.
ALBANY
Signore, oggi voi avete dimostrato
la vostra tempra valorosa e bene
la Fortuna vi ha guidato. Avete fatto prigionieri
i vostri avversari di questa giornata:
ve ne chiedo la consegna, perché siano trattati
secondo un’equa valutazione dei loro meriti
e della nostra sicurezza.
EDMUND
Signore, ho ritenuto opportuno mandare
il vecchio e sventurato Re in un luogo
di reclusione, e sotto buona guardia.
La sua vecchiaia e ancor più il suo titolo
hanno la virtù di attirare dalla sua parte
il popolo comune e di volgere le picche
arruolate da noi contro i nostri occhi.
Con lui per la stessa ragione ho mandato
la Regina, e domani, o anche più tardi,
sono pronti a comparire dove terrete
la vostra udienza. Per ora tutto
è sudore e sangue. L’amico ha perduto l’amico,
e a caldo anche le cause migliori
vengono maledette da coloro che ne sentono
l’asprezza. La questione di Cordelia e di suo padre
esige un luogo più adatto.
ALBANY
Col vostro permesso, signore, vi considero
soltanto un subalterno, in questa guerra,
non un fratello.
REGAN
Questo dipende dal favore che noi
intendiamo offrirgli. Prima di parlare,
credo che si sarebbe dovuto chiedere
il nostro parere. Egli ha guidato
le nostre forze, assumendo tale funzione
al posto mio, e questo ruolo
può meritargli il nome di fratello.
GONERIL
Non riscaldarti tanto! Lui s’innalza
per il suo valore più che per la tua investitura.
REGAN
Investito da me dei miei diritti
egli è pari ai più grandi.
ALBANY
Lo sarebbe ancor più se vi sposasse.
REGAN
Spesso chi scherza si dimostra profeta.
GONERIL
Ehi, ehi!
L’occhio che te l’ha detto guardava storto.
REGAN
Signora, non sto bene; risponderei, altrimenti,
svuotando tutto lo stomaco. Generale,
prendi i miei soldati, i prigionieri, il patrimonio;
disponi di loro, di me; le mura
sono tue. Il mondo sia testimone che io
ti creo qui mio signore e padrone.
GONERIL
Intendi godertelo?
ALBANY
Impedirlo non sta nella vostra volontà.
EDMUND
Né nella vostra, signore.
ALBANY
Sì, mezzosangue.
REGAN (a Edmund.)
Rulli il tamburo per dimostrare
che il mio titolo è il tuo.
ALBANY
Fermi. Ascoltate. Edmund,
io ti arresto per alto tradimento,
e, con te, questo serpente dipinto d’oro.
(Indicando Goneril.)
La vostra pretesa, cara sorella,
la impedisco nell’interesse di mia moglie. È lei
che s’è subaffittata a questo signore
e io, suo marito, vieto il vostro annuncio.
Se volete sposarvi, fate la corte a me:
mia moglie è impegnata.
GONERIL
È una farsa!
ALBANY
Tu sei già armato, Gloucester: suoni la tromba.
Se non compare nessuno a dimostrare
contro la tua persona il tuo odioso, manifesto,
molteplice tradimento, ecco il mio pegno.
(Getta un guanto a terra.)
Proverò sul tuo cuore, prima di assaggiar pane,
che tu non sei nulla di meno di quello
che qui ho proclamato.
REGAN
Sto male! Sto male!
GONERIL (a parte.)
In caso contrario, non mi fiderei delle droghe.
EDMUND
Ecco il mio scambio. (Getta un guanto a terra.) Chiunque sia nel mondo
colui che mi chiama traditore, mente
da furfante. Squilli la tromba. Chiunque osi
avvicinarsi, contro di lui, o voi, o altri,
io sosterrò fermamente la mia fede e il mio onore.
ALBANY
Un araldo! Affidati soltanto al tuo valore:
i tuoi soldati, tutti arruolati in mio nome,
hanno avuto, in mio nome, il congedo.
REGAN
Il mio male peggiora.
ALBANY
Non sta bene. Portatela nella mia tenda.
(Esce Regan, sorretta.)
Entra un araldo.
Vieni qui, araldo. Si suoni la tromba.
Leggi questo.
UFFICIALE
Si suoni la tromba! (Suona una tromba.)
ARALDO (legge.)
Se un uomo di qualità o di rango nelle schiere dell’esercito vuol sostenere che Edmund, presunto Conte di Gloucester, è molte volte traditore, compaia entro il terzo squillo di tromba. Egli è pronto a difendersi.
Suonate! (Primo squillo.)
Ancora! (Secondo squillo.)
Ancora! (Terzo squillo.)
(Una tromba risponde dall’interno.)
Entra Edgar, armato, con una tromba che lo precede.
ALBANY
Chiedigli le sue intenzioni e perché compare
all’appello della tromba.
ARALDO
Chi siete? Il vostro nome, il vostro titolo,
e perché rispondete a questo appello?
EDGAR
Sappiate che il mio nome s’è perduto, roso
e infettato dal dente del tradimento: eppure
sono nobile quanto l’avversario
che vengo qui ad affrontare.
ALBANY
Chi è questo avversario?
EDGAR
Chi è che parla per Edmund, Conte di Gloucester?
EDMUND
Lui stesso. Che vuoi dirgli?
EDGAR
Sguaina la spada, e se le mie parole
offendono un nobile cuore, il tuo braccio
potrà farti giustizia. Ecco la mia.
Guarda. È privilegio dei miei onori,
dei miei voti e della mia condizione.
Io affermo, malgrado la tua forza e posizione,
giovinezza e gloria, malgrado la tua spada
vincitrice e la recente fortuna, il tuo valore
e il tuo coraggio, che tu sei un traditore,
che sei falso nei confronti dei tuoi Dei,
di tuo fratello, di tuo padre, che cospiri contro
questo nobile principe illustre, e che dalla punta
estrema del tuo capo giù fino alla polvere
sotto i tuoi piedi, sei un rospo traditore.
Dici di no? Questa spada, questo braccio
e i miei spiriti migliori sono tesi a provare
sul tuo cuore, a cui parlo, che tu menti.
EDMUND
Prudenza vorrebbe che chiedessi il tuo nome:
ma poiché i tuoi tratti esteriori sono
così fini e marziali, e poiché la tua lingua
rivela una buona educazione, quel rinvio
che potrei tranquillamente ottenere in base
al codice della cavalleria, lo disdegno
e disprezzo. Sul tuo capo rigetto questi
tradimenti, e con queste menzogne infernali
travolgo il tuo cuore: ma poiché le parole
sfiorano e feriscono appena, questa mia spada
aprirà un varco che le porti all’istante
dove riposeranno per sempre. Parlate, trombe!
(Squilli. Duello. Edmund cade.)
ALBANY
Risparmiatelo, risparmiatelo!
GONERIL
È una trappola, Gloucester. Per la legge di guerra
non sei tenuto a rispondere a un avversario
sconosciuto. Non sei stato battuto
ma ingannato e tradito.
ALBANY
Chiudete la bocca, madama, o ve la chiuderò io
con questo foglio. Fermo, signore.
Tu, peggio di qualsiasi nome,
leggi il tuo delitto. Non lo strapperete, signora.
Vedo che lo riconoscete.
GONERIL
E se fosse? Le leggi sono mie, non tue.
Chi può accusarmi per questo?
ALBANY
O mostro! riconosci questo foglio?
GONERIL
Non chiedermi quello che conosco. (Esce.)
ALBANY
Seguitela. È fuori di sé. Badate a lei.
(Esce un ufficiale.)
EDMUND
Ciò di cui mi avete accusato, l’ho fatto.
E di più, molto di più: il tempo
lo renderà manifesto. È finita, e così io.
Ma tu chi sei che su di me hai avuto
questa fortuna? Se sei nobile ti perdono.
EDGAR
Scambiamoci la pietà. Per sangue, Edmund,
io non sono inferiore a te; se superiore,
tanto di più mi hai fatto torto. Il mio nome è Edgar,
e sono figlio di tuo padre. Gli Dei sono giusti
e rendono i nostri colpevoli piaceri
strumenti per tormentarci. L’oscuro luogo del vizio
in cui lui ti generò gli è costato gli occhi.
EDMUND
Hai parlato bene; è vero. La ruota
ha compiuto il suo giro: eccomi qua.
ALBANY
M’era parso che il tuo stesso incedere mostrasse
una regale nobiltà. Devo abbracciarti:
che il dolore mi spezzi il cuore se mai
ho odiato te o tuo padre.
EDGAR
Degno principe, lo so.
ALBANY
Dove ti sei nascosto? Come
hai appreso le sventure di tuo padre?
EDGAR
Avendone cura, mio signore. Ascoltate
un breve racconto; e quando l’avrò narrato,
possa scoppiarmi il cuore! Per sfuggire
al bando sanguinario che mi incalzava da presso
– o dolcezza della vita che ci induce
a morire d’ora in ora le pene
della morte piuttosto che a morire d’un colpo –
imparai a infilarmi negli stracci di un pazzo,
ad assumere sembianze che gli stessi cani
disdegnavano; e in questa veste incontrai
mio padre, coi suoi cerchi sanguinanti che avevano
appena perduto le loro pietre preziose.
Divenni la sua guida, lo condussi, mendicai
per lui, lo salvai dalla disperazione,
mai – e fu una colpa – rivelandomi fino
a mezz’ora fa, quando, armato,
non essendo sicuro, anche se lo speravo,
del successo, gli chiesi di benedirmi
e da cima a fondo gli narrai il mio
pellegrinaggio; ma il suo cuore incrinato
– troppo debole, ahimè, per sopportare il conflitto
tra i due estremi della passione, gioia
e dolore – si spezzò in un sorriso.
EDMUND
Questo tuo racconto mi ha commosso e forse
potrò fare del bene; ma seguita a parlare:
hai l’aria d’avere altro da dire.
ALBANY
Se c’è altro, e di più triste, taci.
Già udendo questo, sono sconvolto.
EDGAR
Già questo sarebbe parso un punto fermo
per chi non ama il dolore: aggiungerne
un altro da descrivere in dettaglio sarebbe
andare oltre il limite. Mentre
clamorosamente mi lamentavo venne un uomo
che, vedendomi nel mio stato peggiore,
evitò la mia aborrita compagnia; ma poi,
scoprendo chi era che tanto sopportava,
con le sue forti braccia mi strinse al collo
e urlando come se volesse rompere il cielo
si gettò su mio padre, e raccontò la storia
più pietosa, di Lear e di sé, che orecchio
mai ascoltasse; e nel narrarla
il suo dolore si fece più potente
e le corde della vita cominciarono a spezzarsi.
Due volte poi suonarono le trombe,
e lo lasciai lì svenuto.
ALBANY
Ma chi era?
EDGAR
Kent, signore, l’esiliato Kent
che, travestito, seguì il Re suo nemico
e gli rese servigi indegni d’uno schiavo.
Entra un Gentiluomo con un coltello insanguinato.
GENTILUOMO
Aiuto, aiuto, aiuto!
EDGAR
Quale aiuto?
ALBANY
Parla.
EDGAR
Che significa questo coltello insanguinato?
GENTILUOMO
È caldo. Fuma. È appena uscito
dal cuore di – Oh, è morta!
ALBANY
Chi è morta? Parla!
GENTILUOMO
Vostra moglie, signore, vostra moglie! E sua sorella
è stata avvelenata da lei: l’ha confessato.
EDMUND
Ero promesso ad entrambe. Tra un istante
ci sposiamo tutti e tre.
EDGAR
Ecco Kent.
Entra Kent.
ALBANY
Siano vive o morte, portate qui i loro corpi.
(Esce il Gentiluomo.)
Questo giudizio dei cieli che ci fa tremare
non ci muove a pietà. (A Kent.) Oh, è lui?
Il tempo non consente le dovute cerimonie.
KENT
Sono venuto per dare al mio signore e Re
la buona notte. Non è qui?
ALBANY
Che cosa grande abbiamo dimenticato!
Parla, Edmund, dov’è il Re?
E dov’è Cordelia?
Vedi questo spettacolo, Kent?
(Vengono portati i corpi di Goneril e Regan.)
KENT
Ahimè, che è accaduto?
EDMUND
Eppure Edmund è stato amato.
Una ha avvelenato l’altra per amor mio
e poi si è uccisa.
ALBANY
È stato così. Coprite i loro visi.
EDMUND
Mi manca il fiato; ma del bene voglio farlo
malgrado la mia natura. Mandate subito
– fate presto – qualcuno al Castello: ho ordinato
di togliere la vita a Lear e a Cordelia.
Su, affrettatevi!
ALBANY
Correte, correte! Oh, correte!
EDGAR
Da chi, signore? Chi è che ha l’ordine?
Manda un segno che lo annulli.
EDMUND
Giusto. Prendi la mia spada e dalla
al Capitano.
EDGAR
Corri, se tieni alla vita. (Esce un ufficiale.)
EDMUND
Ha l’ordine da tua moglie e da me
di impiccare Cordelia nella prigione e incolpare
del suo suicidio la sua disperazione.
ALBANY
Gli Dei la difendano! Portatelo via di qui.
(Edmund viene portato fuori.)
Rientra Lear, con Cordelia, morta, tra le braccia; ufficiale.
LEAR
Urlate, urlate, urlate! Oh!
Siete uomini di pietra. Se avessi io
le vostre lingue e i vostri occhi, li userei
in modo da far spezzare la volta del cielo.
Lei se n’è andata per sempre; io so
quand’uno è morto e quando è vivo.
Lei è morta come la terra.
Datemi uno specchio: se il suo fiato appanna
o macchia la pietra, allora è viva.
KENT
È questa la fine promessa?
EDGAR
O è l’immagine di quell’orrore?
ALBANY
Tutto cada e finisca!
LEAR
Questa piuma si muove: è viva! Se è così,
è un caso che redime tutti i dolori
che ho mai provato.
KENT (inginocchiandosi.)
O, mio buon padrone!
LEAR
Vattene, ti prego.
EDGAR
È il nobile Kent, vostro amico.
LEAR
Peste su di voi, assassini, traditori,
tutti! Avrei potuto salvarla –
ma se n’è andata per sempre. Cordelia,
Cordelia, fermati un poco. Ah!
Cos’è che dici? La sua voce è stata sempre
dolce, gentile e bassa – una cosa
eccellente in una donna. Io ho ucciso
lo schiavo che ti stava impiccando.
UFFICIALE
È vero, miei signori, lo ha fatto.
LEAR
Non è vero, amico? Passato è il giorno
in cui con la mia brava lama acuminata
li avrei fatti saltare. Ora sono vecchio
e queste croci mi distruggono. Voi chi siete?
I miei occhi non sono dei migliori, ve lo dico francamente.
KENT
Se la Fortuna può vantarsi di due che ha amato
e insieme odiato, noi ne vediamo uno.
LEAR
Ho la vista annebbiata. Non sei Kent?
KENT
Proprio lui. Il vostro servo Kent. Dov’è
il vostro servo Caio?
LEAR
È un brav’uomo, te lo dico io.
Sa colpire, e presto. È morto e putrefatto.
KENT
No, mio buon signore, quell’uomo sono io –
LEAR
Me ne occupo subito.
KENT
Che dall’inizio del vostro mutamento e declino
ha seguito i vostri tristi passi –
LEAR
Sei il benvenuto qui.
KENT
Né io né nessun altro. Tutto è senza gioia,
buio e mortale. Le vostre figlie maggiori
si sono distrutte da sé e sono morte disperate.
LEAR
Sì, così credo.
ALBANY
Non sa quello che vede, ed è vano che noi
ci presentiamo a lui.
EDGAR
Non serve a niente.
Entra un ufficiale.
UFFICIALE
Edmund è morto, mio signore.
ALBANY
Questa è un’inezia. Voi, signori,
e nobili amici, apprendete il nostro intento:
quale conforto possa venire a questa
grande rovina, verrà applicato.
In quanto a noi, durante la vita
di questa antica Maestà, a lui
rassegneremo il nostro potere assoluto.
Voi due restituiamo ai vostri diritti (A Edgar e Kent.)
con quelle aggiunte che i vostri onori
hanno più che meritato. Tutti gli amici
gusteranno la ricompensa del loro valore,
e tutti i nemici la coppa
dei loro demeriti. Oh! guardate, guardate!
LEAR
E il mio povero matto è morto impiccato.
No, no, niente vita! Perché un cane,
un cavallo, un topo hanno vita e tu
nemmeno un respiro? Tu non tornerai più.
Mai, mai, mai, mai, mai più.
Vi prego, slacciate questo bottone. Grazie,
signore. Vedete questo? Guardatela!
Guardate le sue labbra! Guardate là, guardate! (Muore.)
EDGAR
Viene meno. Mio signore, mio signore!
KENT
Spezzati, cuore! Ti prego, spezzati.
EDGAR
Aprite gli occhi, signore.
KENT
Non tormentate il suo spirito. Lasciate che passi.
Lo odia chi vuole stenderlo ancora
sulla ruota di questo mondo crudele.
EDGAR
Se n’è andato veramente.
KENT
Quel che stupisce è che abbia
sopportato così a lungo. Ha usurpato la sua vita.
ALBANY
Portateli via. Il nostro primo dovere
è il lutto universale. (A Kent e Edgar.) Voi due, amici
della mia anima, governate in questo regno
e sanate lo stato piagato.
KENT
Io debbo presto fare un viaggio, signore.
Il mio padrone mi chiama, non posso dire di no.
EDGAR
Noi dobbiamo accettare il peso
di questo tempo triste.
Dire ciò che sentiamo e non
ciò che conviene dire.
I più vecchi hanno sopportato di più:
noi che siamo giovani non vedremo tanto
né tanto a lungo vivremo.
Escono (con una marcia funebre.)
Re Lear
(“King Lear” – 1605 – 1606)
Introduzione – Riassunto
Atto I
Atto II
Atto III
Atto IV
Atto V