«Quelle ore che con delicato lavoro plasmarono
l’amabile sembiante su cui ogni occhio indugia».
Il Sonetto 5 confronta le quattro stagioni della natura con le fasi della vita del giovane. Nonostante le stagioni siano cicliche, la sua vita è lineare e le ore diventano tiranne e opprimenti in quanto non può sfuggire all’incedere del tempo.
Sonetto 5 Quelle ore che con delicato lavoro plasmarono |
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Il tempo potrebbe “plasmare / l’amabile sembiante su cui ogni occhio indugia”, il che significa che tutti notano la bellezza della giovinezza, ma il progresso “inarrestabile” del tempo assicura che questa bellezza alla fine svanirà.
In una metafora estesa, il poeta sostiene che poiché i fiori emettono profumo per consolare le persone durante l’inverno, è logico che il giovane debba vare un figlio che lo consoli durante la sua vecchiaia. Senza il profumo dei fiori estivi, le persone non ricorderebbero le estati precedenti durante i lunghi e rigidi inverni; senza figli, il giovane invecchierà da solo e non avrà nulla che gli ricordi la sua giovinezza.
L’inverno, un’immagine della vecchiaia, è guardato con orrore: “linfa stretta dal ghiaccio e vive foglie cadenti, / bellezze sepolte da neve e squallore ovunque.”. L’immagine delle “foglie vive” ricordano i “giorni ruggenti” del Sonetto 2 e sottolinea nuovamente la sterilità della vecchiaia del giovane, quando si guarderà indietro desiderando i suoi giorni più giovani senza avere nulla per ricordarli. Tuttavia, nel distico finale, il poeta passa a un tono rassicurante, suggerendo che per il giovane l’immortalità è raggiungibile, proprio come lo è per i fiori dell’estate quando vengono trasformati in profumo, sempre se il giovane avrà un figlio.
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Crediti
Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)
Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture