«Come posso ritrovare la mia pace
se il ristoro del sonno mi è negato?».
Proseguono le immagini di assenza del sonetto precedente che mostrano il poeta in un punto di esaurimento emotivo e frustrazione a causa delle sue notti insonni passate a pensare al giovane. Tuttavia, anche di fronte al disinteresse del giovane, il poeta si rifiuta ancora di staccarsi da esso.
Sonetto 28 Come posso ritrovare la mia pace |
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Continua persino a lodare i giovani, raccontando giorno e notte quanto siano fortunati ad essere onorati dalla loro esistenza. La continua devozione del poeta per il giovane non è così sorprendente come potrebbe sembrare a prima vista: scrivere sonetti di assoluta devozione in epoca elisabettiana era un dovere verso la fonte dell’ispirazione del poeta.
Il Sonetto 28, quindi, offre i versi del poeta come un’offerta di dovere, un’espressione suprema di amore disinteressato per un amico immeritevole. L’opposizione tra il giorno e la notte domina il sonetto. Per il poeta il tempo non allevia la sua sofferenza: “Ed entrambi, anche se l’un l’altro ostili, / d’accordo si dan mano solo per torturarmi” con duro lavoro e senza dormire. Cercando di accontentare l’oppressione del giorno e della notte, il poeta dice al giorno che la giovinezza brilla luminosa anche quando il sole è nascosto; alla notte, il poeta paragona il giovane alle stelle più luminose, con la differenza che la giovinezza brilla anche quando le stelle non lo fanno. Tuttavia, il giorno e la notte ancora tormentano il poeta e “fa il mio dolor più greve.” Il poeta sprofonda ancora di più nella disperazione.
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Crediti
Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)
Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture
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