«Essendo schiavo tuo, che altro potrei fare
se non servir ore e momenti di ogni tuo volere?».
Nel Sonetto 57, il poeta sostiene di non essere tanto l’amico del giovane quanto il suo schiavo. Come uno schiavo, aspetta il piacere del giovane: “ma in triste schiavitù io aspetto e solo penso / quanto tu renda felice chi ti sta vicino”.
Sonetto 57 Essendo schiavo tuo, che altro potrei fare |
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Infastidito e triste per il suo modo di esprimersi dignitoso ed educato, il poeta sembra perdere la capacità di pensare e giudicare criticamente: “L’amore è così sciocco che in ogni tuo piacere, / qualunque sia il tuo agire, non crede in alcun male”. Seguendo così da vicino il verso vertiginoso del Sonetto 55, la rapida discesa del poeta nell’autocommiserazione rende la sua situazione ancora più patetica.
Sonnet 57 – In English
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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)
Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture