«È quindi il viso suo l’epitome del passato,
quando beltà viveva e moriva come i nostri fiori».
Poiché il giovane incarna gli antichi standard di vera bellezza, non ha bisogno di cosmetici o di una parrucca fatta con “le auree trecce dei morti”.
Sonetto 68 È quindi il viso suo l’epitome del passato, |
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In questi sonetti, il poeta mostra una tendenza generale a censurare la stravaganza poetica e ad identificare tale prodigalità con i falsi amici del giovane, così come con la moda cosmetica, che il poeta denuncia come “bastardi abbellimenti”. Così il poeta invoca la bellezza naturale – “senza ornamenti inutili, genuini e schietti” – dei tempi classici.
Il Sonetto 68 e il sonetto precedente sono più interessati alla critica del poeta alla sua età culturale che alla critica del giovane. Forse perché il poeta è stato respinto da questa età culturale, si vendica contro altri artisti e poeti. O forse perché la definizione di bellezza sta cambiando, il poeta teme che il giovane non sarà più visto come lo standard della bellezza; i suoi sonetti saranno quindi visti come versi vecchi, stantii e superati. Qualunque sia la ragione, il poeta condanna fermamente questo generale declino di ciò che è percepito come bello. Per il poeta, il giovane rimane una bellezza naturale, mentre il mondo contemporaneo è “arte falsa”.
Sonnet 68 – In English
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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)
Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture
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