Sonetto 81

Shakespeare. Sonetto 9

«Sia ch’io viva per scriver la tua epigrafe
o che tu sopravviva a me consunto sotto terra».  

Il poeta si riprende un po’ di fronte all’opposizione del poeta rivale. Tornando a temi collaudati, assicura eroicamente al giovane che lui, a differenza del poeta rivale, può immortalarlo attraverso i suoi sonetti: “Il tuo nome da qui trarrà vita immortale, / anche se scomparso, io morirò per tutto il mondo.”

Sonetto 81
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Sia ch’io viva per scriver la tua epigrafe
o che tu sopravviva a me consunto sotto terra,
mai morte potrà da qui sottrar la tua memoria
anche se ogni parte mia sarà dimenticata.
Il tuo nome da qui trarrà vita immortale,
anche se scomparso, io morirò per tutto il mondo:
la terra a me darà soltanto una comune fossa,
mentre tu sarai sepolto in ogni sguardo umano.
Tuo monumento saranno i miei devoti versi
che occhi non ancor nati leggeranno attentamente;
e future lingue ripeteranno la tua esistenza
quando sarà spento ogni respiro di questo mondo:
tu vivrai sempre – tal virtù ha la mia penna –
sulle labbra di ogni uomo, ove alita la vita.

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Il verso del poeta offre al giovane un rifugio dal decadimento del tempo, ma soprattutto, offre un rifugio al poeta stesso durante questo momento cruciale in cui viene sfidato dal poeta rivale per gli affetti del giovane. Sebbene il curioso contrasto tra l’umiltà del poeta sulla sua persona e la sua suprema fiducia nei suoi versi sia ancora evidente, egli afferma con sicurezza alla fine del sonetto che il giovane “vivrà sempre” perché “tal virtù ha la mia penna”.

Sonnet 81 – In English
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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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