«Mai mi accorsi che tu mancassi di colore
e perciò non ne aggiunsi alla tua bellezza».
Apparentemente, essendo stato rimproverato dal giovane per essersi ritirato dalla competizione contro il poeta rivale, il poeta sostiene che è meglio non scrivere poesie che scrivere falsamente.
Sonetto 83 Mai mi accorsi che tu mancassi di colore |
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Ricordando la frase “le loro dense tinte” dal sonetto precedente, il poeta risponde a quella che deve essere stata l’accusa del giovane: “Mai mi accorsi che tu mancassi di colore / e perciò non ne aggiunsi alla tua bellezza” – al contrario del poeta rivale: “fino a che punto è scarsa una qualsiasi penna / quando esalta la virtù, la virtù che vive in te”.
Apparentemente orgoglioso della superiorità dei suoi versi, il poeta contrasta sprezzantemente i suoi versi con i versi tesi e retorici del suo rivale, che ironicamente minimizza la bellezza del giovane con i suoi tentativi di descriverla: “perché tacendo io non danneggio la bellezza, / mentre altri vuol dar vita e sol la seppellisce”. Mettendo la sua fede nel suo stile semplice e sincero, tuttavia il poeta sa che il poeta rivale rimane a favore del giovane: “Vive più vita in uno dei tuoi begli occhi / di quanta ne dia l’elogio d’entrambi i tuoi poeti”. Sembra quindi rassegnato alla presenza del poeta rivale.
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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)
Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture
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