Sonetto 85

Shakespeare. Sonetto 9

«La mia zittita Musa con dignità sta quieta,
mentre apologie in tua lode, riccamente elaborate».  

Il poeta si paragona a un “chierico ignorante” e descrive la sua Musa “zittita” – la stessa frase che il poeta ha usato nel Sonetto 80 per caratterizzarsi.

Sonetto 85
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La mia zittita Musa con dignità sta quieta,
mentre apologie in tua lode, riccamente elaborate,
rafforzano il loro dire con aurea penna
e preziose frasi limate da ogni Musa.
Se altri han belle parole, io nutro bei pensieri
e come chierico ignorante sempre ripeto: “Amen”
ad ogni alata rima che genio possente offre
con stile raffinato di penna molto colta.
Sentendoti lodare, io dico: “È così, è vero”
e alla massima lode aggiungo qualcosa di più,
ma solo nel pensiero dove il mio amor per te,
benché tarde sian le parole, occupa il primo posto.
Sii dunque grato agli altri per quel dire alato,
a me per quei pensieri che taciti si esprimono.

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Il suo rivale sembra un poeta più dotato e una persona più stimata, ma supponendo che se stesso e il suo lavoro posseggano poche virtù, il poeta mantiene il suo solito tono ironico. Il lettore non può quindi prendere sul serio il suo tono autoironico, non finché continua a scrivere la poesia che dice di disprezzare: “Se altri han belle parole, io nutro bei pensieri”. Sebbene riconosca che i suoi pensieri sono espressi con maggiore raffinatezza e grazia da altri poeti, sostiene che la sua devozione al giovane ha un merito maggiore.

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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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