«Ahimè, che povertà diffonde l’arida mia Musa
pur avendo larga fonte per mostrar il suo talento».
Il poeta continua a lamentarsi della Musa che lo ha abbandonato, anche se ammette che il suo amore per il giovane è più forte a causa dell’assenza: “ha maggior valore il soggetto nel suo ignudo / di quando è adorno del mio aggiunto elogio”.
Sonetto 103 Ahimè, che povertà diffonde l’arida mia Musa |
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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)
Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture