Sonetto 104

Shakespeare. Sonetto 9

«Per me, amico mio, non sarai mai vecchio,
qual eri la prima volta che incontrai il tuo sguardo».  

Il Sonetto 104 indica per la prima volta che la relazione del poeta e del giovane va avanti da tre anni. Evocando le immagini stagionali dei sonetti precedenti, il poeta osserva che “tre gelidi inverni / … l’orgoglio di tre estati, / tre leggiadre primavere avvizzite in gialli autunni / ho visto nel susseguir delle stagioni”.

Sonetto 104
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Per me, amico mio, non sarai mai vecchio,
qual eri la prima volta che incontrai il tuo sguardo,
tal oggi appare la tua bellezza; tre gelidi inverni
hanno scosso dagli alberi l’orgoglio di tre estati,
tre leggiadre primavere avvizzite in gialli autunni
ho visto nel susseguir delle stagioni,
tre fragranti Aprili arsero nel fuoco di tre Giugni
da quando ti vidi in fiore, giovane come ora.
Ma la bellezza è come l’ombra sulla meridiana
che furtiva avanza senza mostrarne il passo;
così la tua freschezza, che a me par sempre ferma,
ha un movimento che l’occhio mio non percepisce:
se temi questo, sappi, posterità in ascolto:
pria del tuo avvento già era morta l’estate di bellezza.

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Solo ora il poeta è disposto a chiedersi se la bellezza del giovane rimanga com’era “la prima volta che incontrai il tuo sguardo”: “così la tua freschezza, che a me par sempre ferma, / ha un movimento che l’occhio mio non percepisce”. Non importa, però, sostiene il poeta nel distico conclusivo, se la bellezza del giovane si è deteriorata: nessuna bellezza ha mai eguagliato l’aspetto del giovane, né nulla in futuro oscurerà il suo bel viso.

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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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