«Mentono i versi che finora ho scritto,
specie ove dissi che non potevo amar di più».
Il poeta ora ammette che era sbagliato credere che il suo amore per il giovane fosse il più grande possibile: può amare il giovane anche più di quanto abbia fatto in passato.
Sonetto 115 Mentono i versi che finora ho scritto, |
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Confrontando il modo in cui le cose cambiano nel tempo con la sua ritrovata conoscenza di quanto il suo amore per il giovane possa ancora aumentare, il poeta si chiede perché abbia permesso che il tempo lo spaventi facendogli dire al giovane “T’amo d’un amor supremo” quando il suo amore per costui cresce quanto più il poeta lo conosce.
Anche se il poeta ora si rende conto che il suo amore per il giovane può ultriormente aumentare, c’è anche la sensazione che il poeta ottenga ciò che merita piuttosto che ciò che vuole. La sua fiducia passata in quanto amasse il giovane era falsa, motivo per cui non può dire “T’amo d’un amor supremo”: “ahimè – temendo la tirannia del Tempo – perché, / non dissi allora: “T’amo d’un amor supremo”/… /… ignaro del domani?” Eppure tale sicurezza è esattamente ciò che il poeta desidera ardentemente. Vuole dire con decisione che in questo momento ama il giovane quanto potrà mai amarlo, ma “Amore è un bimbo; non potevo dir così, / avrei sentito grande quanto ancora cresce”. Il poeta ripete che ora è il momento in cui ama di più il giovane il che potrebbe essere dannoso, poiché un’espressione del genere potrebbe benissimo limitare qualsiasi crescita futura nella relazione.
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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)
Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture
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