«È meglio esser colpevole che tale esser stimato
quando non essendolo si è accusati d’esserlo».
Il poeta riceve lo stesso rimprovero pubblico dal giovane ed è costretto a considerare se le sue azioni sono immorali o meno.
Sonetto 121 È meglio esser colpevole che tale esser stimato |
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Sostenendo che “È meglio esser colpevole che tale esser stimato / quando non essendolo si è accusati d’esserlo”, in nessuna circostanza tollererà l’ipocrisia. Non difenderà l’indifendibile in se stesso, ma ammetterà la verità dei suoi errori: “No, io sono quel che sono e chi mira / ai miei errori, colpisce solo i propri”. La frase “Io sono quel che sono” è biblica nella sua affermazione di conoscenza di sé e umiltà. Il poeta non si sottometterà al giudizio di coloro che hanno “occhi altrui adulteri”, né lascerà che facciano del male a ciò che ritiene buono, sebbene nel distico conclusivo vi sia un accenno di pessimismo.
Sonnet 121 – In English
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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)
Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture