«Dannato sia quel cuore che il cuor mio fa gemere
per la dura ferita inflitta al mio amico e a me!».
Mentre il Sonetto 132 rende l’amante una bellezza casta, il Sonetto 133 la diffama per aver sedotto l’amico del poeta, il giovane: “Dannato sia quel cuore che il cuor mio fa gemere / per la dura ferita inflitta al mio amico e a me!”
Sonetto 133 Dannato sia quel cuore che il cuor mio fa gemere |
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Non è chiaro se questa “dura ferita” sia o meno causata dal fatto che la donna abbia avuto una relazione sessuale con il giovane. La frase “asservire a schiavitù” nella riga 4 può riguardare più la gelosia che la lussuria, poiché il poeta sembra qui innamorato sia della donna che del giovane.
Gli occhi pietosi della donna contrastano con il suo cuore crudele e civettuolo. Cinicamente, gli “occhi in lutto” del Sonetto 132 sono diventati occhi “crudeli” che tormentano il poeta. Tentando di proteggere il giovane dalle avances della donna, il poeta sostiene che poiché il giovane risiede nel cuore del poeta, la donna può avere il giovane solo avendo il poeta, il cui cuore proteggerà il cuore del giovane da ogni crudeltà che la la donna può causare. Tuttavia, le ultime due righe del sonetto chiariscono che il poeta sa che la donna sarà crudele non solo con lui ma anche con il giovane.
Sonnet 133 – In English
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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)
Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture
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