«Quelle labbra che Amor creò con le sue mani
bisbigliarono un suono che diceva “Io odio”».
Come continuazione del sonetto precedente, il Sonetto 145 è un’analisi banale dell’amore. L’amante concede pietà al poeta in contrasto con i sonetti precedenti, in cui era spietata.
Sonetto 145 Quelle labbra che Amor creò con le sue mani |
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Prima, le sue uniche parole al poeta erano “Io odio”, ma una volta che capisce come “per amor suo languivo”, il suo odio si trasforma in misericordia. Sebbene le immagini di “demonio” e “paradiso e inferno” continuino dal Sonetto 144, il significato tacito del Sonetto 145 è molto diverso dai sonetti precedenti. Il poeta crea suspense fino alle ultime due parole del sonetto, quando allevia rapidamente le sue cupe aspettative trasmettendo la frase della Dama “non te”: “io odio … non te”. Melodrammaticamente, queste parole “salvarono la vita [del poeta]”.
Sonnet 145 – In English
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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)
Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture