«O crudele, come puoi dire che non t’amo
se sempre a mio sfavore prendo le tue parti?».
Il Sonetto 149 ricorda l’abietta difesa del poeta del comportamento offensivo del giovane. Il tema principale, tuttavia, è il conflitto tra ragione e infatuazione.
Sonetto 149 O crudele, come puoi dire che non t’amo |
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Piangendo il modo in cui la donna lo trattava con ancor più fervore di prima, il poeta sta rapidamente scivolando nella follia: “O crudele, come puoi dire che non t’amo / se sempre a mio sfavore prendo le tue parti?” Tali domande continuano per tutto il sonetto, con ogni domanda progettata per convincere la donna di tutto ciò che il poeta sacrifica per il suo bene. Il poeta è arrivato persino al punto di rinunciare a tutte le amicizie con altre persone. Lui le chiede: “Chiamo forse amico qualcuno che ti odia / o lusingo forse chi tu guardi con disdegno?” Il poeta, alienato se stesso dai suoi amici, si trova ora nella posizione ironica di essersi alienato dalla donna a causa del suo amore accecante per lei. Il suo chiamare la donna “amore” nel distico conclusivo bilancia la sua prima chiamata “O crudele” nella riga 1: “Ma odia sempre, amore, ora conosco il tuo pensiero; / tu ami chi può vederti, ed io sono cieco.” La donna, quindi, rifiuta il poeta proprio perché sta impazzendo: la sua irragionevole passione per lei.
Sonnet 149 – In English
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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)
Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture