«Tu sai che son spergiuro quando t’amo,
ma tu lo sei due volte quando mi giuri amore».
La fine del rapporto tra il poeta e la donna diventa evidente. Rivolgendosi alla donna con un senso di vergogna e indignazione, il poeta è pienamente consapevole del proprio adulterio e di quello della sua amante, nonché della sua infedeltà nei suoi confronti e della sua mancanza di percezione morale: “Tu sai che son spergiuro quando t’amo, / ma tu lo sei due volte quando mi giuri amore.” Viene suggerita una riconciliazione tra il poeta e la donna, ma successivamente il poeta la accusa di “aver giurato nuovo odio dopo nuovo amore”.
Sonetto 152 Tu sai che son spergiuro quando t’amo, |
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Il Sonetto 152 riassume gran parte dei sentimenti e delle azioni passate del poeta riguardo alla donna. Con autocommiserazione grida: “Io sono più spergiuro”, e poi segue questa affermazione con una litania di come la donna abbia abbandonato tutti i suoi giuramenti nei suoi confronti. In un raro atto di percezione, riconosce quanto l’amore lo abbia reso cieco: “e per darti luce, la spensi dai miei occhi / oppure li costrinsi a spergiurar se stessi”. Il distico conclusivo sottolinea l’ironia dell’aspetto oscuro della donna, che nei sonetti precedenti il poeta definiva bella, e del suo bel carattere, che ora si rende conto che è metaforicamente oscura, o immorale: “perché ti ho giurato bella: io sono più spergiuro / per giurare contro il vero tal sordida menzogna.”
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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)
Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture