Sonetto 154

Shakespeare. Sonetto 9

«Un dì che il piccol dio d’Amore addormentato,
avea deposto accanto la torcia che i cuori infiamma». 

Il Sonetto 154 racconta una storia simile a quella del Sonetto 153. Cupido si addormenta e una ninfa ruba “la torcia che i cuori infiamma”. Spegne la torcia in un pozzo fresco, e il poeta, che è venuto al pozzo per trovare sollievo dal suo amore per la Dama, continua a soffrire: “fuoco d’Amor acqua riscalda, acqua non raffredda Amore”. La malattia del poeta è incurabile, come abbiamo saputo che deve essere sempre.

Sonetto 154
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Un dì che il piccol dio d’Amore addormentato,
avea deposto accanto la torcia che i cuori infiamma,
parecchie ninfe che a castità s’eran votate
s’accostarono danzando; con virginea mano
la più bella delle caste s’impossessò del fuoco
che tante legioni di puri cuori avea scaldato;
e così il gran sovrano di passioni ardenti
fu mentre dormiva da vergin mano disarmato.
Ella spense la torcia in una vicina fredda fonte
che dal fuoco dell’Amore prese perpetuo ardore,
diventando un bagno e salutar rimedio
per uomini malati; ma io, della mia donna schiavo
là per guarire andai e solo questo posso dire:
fuoco d’Amor acqua riscalda, acqua non raffredda Amore.

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Sonnet 154 – In English
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Traduzione in Italiano di Maria Antonietta Marelli (I Sonetti – Garzanti editore)

Audio in Italiano – Lettura di Valter Zanardi dal canale YouTube VALTER ZANARDI letture

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